Federviti:«Il peso ridotto degli acini dovuto alla siccità e alcune malattie fungive hanno giocato a sfavore»
S.PIETRO DI STABIO - «È prevista una produzione con un potenziale qualitativo elevato ma secondo quantitativi relativamente contenuti». Nella dichiarazione di Federviti c'è la fotografia di come le condizioni di tempo "sahariane" sotto il cielo ticinese abbiano svolto il loro lavoro nelle vigne della regione: la siccità ha fatto aumentare poco il volume degli acini, il caldo tropicale ha inciso sull'accumulo di contenuto zuccherino sortendo l'effetto di farci trovare sulle tavole un vino di ottima qualità.
Uve Merlot mature tra 10-15 giorni «La maturazione ottimale delle uve Merlot dovrebbe essere raggiunta con 10-15 giorni di anticipo rispetto al 2021 - si legge nella nota di Federviti - come confermato dai primi sondaggi di maturazione effettuati il 15 agosto. La vendemmia delle uve destinate a una spumantizzazione è cominciata o l’inizio è prossimo - spiegano - mentre la raccolta delle uve Merlot (vinificazione in rosso) potrebbe iniziare indicativamente attorno al 10 settembre»
La siccità ha cambiato le fasi dei processi di produzione La siccità ha modificato quindi in parte la connotazione dell’annata viticola, «sebbene la vite come pianta mediterranea confermi il buon grado di sopportazione a questo tipo di fenomeni e alle alte temperature».
A tavola arriverà un vino di grande qualità ma se ne produrrà meno Il vino che berranno i ticinesi sarà dunque di grande qualità ma ce ne sarà meno: «malgrado un’ottima fioritura e allegagione, la produzione è infatti per il momento limitata dal peso ridotto degli acini dovuto alla siccità e dalle perdite di produzione a seguito delle grandinate verificatesi nel Bellinzonese, Locarnese e Luganese» spiegano dall'associazione. Anche alcune malattie fungine che hanno colpito i vigneti a Riviera e nelle Valli durante un periodo particolarmente delicato per la vigna, contribuiranno al calo della produzione, anche «se i nostri viticoltori sanno sempre fare grandi cose anche in condizioni difficili» aggiunge Giuliano Maddalena, il presidente di Federviti.
I vigneti che hanno sofferto di più la siccità Come è noto i vigneti che hanno sofferto di più la secca di questa estate sono stati quelli del Mendrisiotto: «dopo l’allegagione - spiegano ancora da Federviti - a fine giugno e inizio luglio la siccità ha preso il sopravvento e a oggi alla media annua mancano 1430mm di acqua che nel vigneto si sono sentiti». È verosimile che «il quantitativo di uve prodotte sarà inferiore allo scorso anno e rispetto a quanto previsto a inizio stagione dopo la fioritura».
Il Bellinzonese la zona della regione che ha completato un mese prima la fioritura Nelle altre zone del Ticino coltivate a vite, la grandinata nel luganese che ha colpito Collina d'Oro «ha lasciato fortunatamente intatti i grappoli (è stato il fogliame a risentirne di più)» e l'altro violento temporale nel Malcantone non ha avuto conseguenze estreme sulla produzione. E nel Bellinzonese La vigna ha completato il periodo di fioritura a maggio «mentre la data media di fioritura normalmente è attorno al 4-5 giugno».
Gli insetti più aggressivi Sotto il profilo delle problematiche portate da insetti o malattie «I viticoltori ticinesi si sono dovuti confrontare con una maggiore pressione da parte del coleottero giapponese e della minatrice americana ed è stata registrata una presenza precoce di “Popillia japonica” e qualche vigneto è stato trattato contro l’insetto nei periodi di massima presenza in collaborazione con il Servizio fitosanitario cantonale».
Ungulati e tassi si nutrono di uva perché non trovano cibo a causa della siccità Emerge anche un dato curioso: la selvaggina - forse a causa della siccità - ha preso a nutrirsi di uva, come confermato da Federviti. «I vigneti di uva bianca, già oggetto di attacchi di vespe e uccelli, ha anche il problema degli attacchi di selvaggina (ungulati e tasso) che già a un mese dall’inizio della vendemmia hanno cominciato a entrare nelle vigne».