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CANTONEQuando una piccola scuola sparisce

31.08.22 - 07:35
Chiude l’ultima sezione “d’asilo” di Gerra Gambarogno. Istituti di periferia in crisi. Un trend che non si ferma.
Foto di Eros Taddei/ Voce del Gambarogno
La scuola dell'infanzia di Gerra Gambarogno.
La scuola dell'infanzia di Gerra Gambarogno.
Quando una piccola scuola sparisce
Chiude l’ultima sezione “d’asilo” di Gerra Gambarogno. Istituti di periferia in crisi. Un trend che non si ferma.
Claudio Biffi, aggiunto al direttore della Divisione scuola del DECS: «Ci sono però anche casi opposti. Come il ritorno di cinque classi elementari a Bedano».

BELLINZONA - Era l’ultima sezione di scuola dell’infanzia di Gerra Gambarogno. Quest’anno non ha riaperto. Nostalgia e tristezza in paese. Anche se ormai è una costante: le piccole sedi delle scuole comunali, anno dopo anno, sembrano destinate a sparire. Tio/20Minuti ne ha parlato con Claudio Biffi, aggiunto al direttore della Divisione scuola del DECS.

Quante sedi scolastiche comunali sono state chiuse quest’anno? 
«L’anno 2022/2023 è scattato con 410 sezioni di scuola dell’infanzia e 820 di scuola elementare. Oltre alla chiusura dell’unica sezione di scuola dell’infanzia situata a Gerra Gambarogno, motivata dal numero bassissimo di allievi che l’avrebbero frequentata, si registrano come ogni anno alcune situazioni analoghe, il cui numero è comunque fortunatamente contenuto».

Ci sono numeri minimi per tenerle aperte: quali sono? 
«Per legge il numero minimo di una sezione, o classe, è di 13 allievi e il massimo di 25. Il Dipartimento concede deroghe al numero minimo, anche in considerazione della morfologia territoriale della regione, del contesto socioeconomico e delle caratteristiche socioculturali degli allievi».

Ma...
«Ma quando si arriva a 9 o 8 allievi con proiezioni al ribasso per il futuro il tema della chiusura della sede e dello spostamento dei bambini verso sedi vicine inevitabilmente si pone. Nell’applicare le normative le autorità comunali, che sono le prime responsabili dell’organizzazione logistica di queste scuole, le direzioni degli istituti e gli ispettorati scolastici cercano sempre comunque le soluzioni migliori per garantire continuità educativa in base a una proiezione a medio termine del numero di allievi in un dato comune o quartiere».

Si può parlare di situazione irreversibile? 
«L’andamento demografico, così come l’evoluzione dei processi aggregativi, rendono sempre più probabile la creazione di istituti scolastici che, pur diffusi territorialmente, quindi dislocati in più sedi, possano costituire delle comunità di apprendimento a tutti gli effetti in termini di risorse, di personale e di infrastrutture. In questa dinamica capita e capiterà di dover rinunciare a sedi particolarmente discoste. Possono però manifestarsi anche dinamiche diverse».

Ci sono eccezioni?
«Bedano, ad esempio, tornerà a ospitare sul proprio territorio, dopo parecchi anni, cinque classi di scuola elementare i cui allievi erano stati finora scolarizzati a Taverne. A fronte di alcune chiusure, come quella di Gerra Gambarogno, si registrano dunque anche delle aperture o dei trasferimenti che riportano allievi e classi in comuni o quartieri che ne erano sprovvisti».

Come viene vissuta la chiusura di una sede periferica?
«Prima di arrivare a una “chiusura”, se le cose non si risolvono localmente le autorità cantonali promuovono la ricerca di soluzioni alternative in collaborazione con le direzioni scolastiche e le autorità comunali. Per esempio ricorrendo a convenzioni tra comuni o alla creazione di istituti sovracomunali diffusi. Per farlo è però necessaria anche la collaborazione dei decisori locali».

Certo. L'amarezza della popolazione però è reale quando si dice addio a una sede scolastica "storica". 
«In generale si può dire che di fronte alla prospettata chiusura di una sede la reazione della popolazione non è sempre univoca. Le autorità comunali sono sensibili a questo tema e informano preventivamente le famiglie e la popolazione. Nel caso di Gerra Gambarogno, ci risulta che il 21 settembre avrà luogo una serata aperta al pubblico proprio per discutere della distribuzione delle sedi scolastiche nel comprensorio comunale».

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COMMENTI
 

vulpus 2 anni fa su tio
I politici che tornino a fare i politici e a decidere. I funzionari che si limitino a fare il loro dovere. Tutte queste formalità e apriori il voler giustificare tutto è molto negativo. Altro caso scandaloso quanto si stà verificando con gli opuscoli per le votazioni prossime, maneggiate dalla cancelleria.
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