Chiesto, per la 21enne vittima dell'attacco alla Manor, un risarcimento complessivo di 412'811 franchi.
La giovane ha subito «danni permanenti a mani e polsi». Improbabile, secondo i referti medici, un ritorno al lavoro a tempo pieno.
LUGANO - Ha solo 21 anni, la vittima principale del doppio accoltellamento avvenuto il 24 novembre 2020 alla Manor di Lugano. Ma porta su e dentro di sé segni profondi.
«Al posto suo ci sarebbe potuto essere chiunque di noi», sottolinea Hugo Haab, l'avvocato che la rappresenta, chiedendo un risarcimento complessivo di 412'811 franchi e evidenziando «il coraggio da lei dimostrato nel presentarsi in aula e guardare negli occhi la persona che ha tentato di ucciderla».
Conseguenze a lungo termine - La ragazza, spiega, «ha subito un danno, fisico, economico e morale». Si è sottoposta a più operazioni chirurgiche e tuttora subisce trattamenti medici per contrastare i dolori. I danni subiti alle mani e ai polsi, in particolare, sono permanenti.
Mani preziose - Oggi la 21enne lavora al 50% e, secondo i referti medici, «queste lesioni le impediranno di tornare a lavorare a tempo pieno come estetista, sua attuale professione». Inoltre, specifica l'avvocato, «anche se la giovane dovesse riorientarsi professionalmente, un ritorno a un'occupazione al 100% è comunque improbabile, data l'importanza, in moltissime professioni, dell'uso delle mani». Per i danni economici, calcolati fino all'età di pensionamento, è quindi richiesto un risarcimento di oltre 371mila franchi.
«Non dimenticherà mai» - Va inoltre considerato anche il torto morale. La funzionalità limitata di mani e polsi, il danno estetico e il trauma psicologico riportato fanno sì che la giovane «non dimenticherà mai quanto subito». L'imputata «non ha inoltre fatto nulla per scusarsi con la vittima, ma anzi ha detto che rifarebbe tutto quanto». Per questo l'avvocato chiede un risarcimento morale di 30mila franchi.
«Un movente folle e futile» - L'imputata, conclude Haab, «ha attentato alla vita della mia assistita per motivi che definire folli e futili sarebbe un eufemismo» e il suo deficit mentale, come ha rilevato la perizia psichiatrica, «non è tale da precludere la comprensione di un divieto basilare come "non uccidere"».