Oltre 3'800 le firme raccolte dalla petizione dei Giovani Leghisti. Tonini: «Rischiamo una batosta questo inverno»
Con l'irrigidimento delle temperature, presto, i rincari sul carburante non saranno un grattacapo esclusivo dei possessori di auto e moto. «Dovremo riscaldare le case. E sarà una batosta se non si farà qualcosa», sottolinea il granconsigliere Stefano Tonini che, da giugno, assieme ai Giovani leghisti ha lanciato una petizione per chiedere al Consiglio federale di rinunciare a parte delle entrate fiscali, in modo da agevolare le aziende e le economie domestiche.
Secondo i promotori della petizione infatti, almeno per quanto riguarda le entrate destinate alle casse federali, c'è margine di manovra. Anche se da Berna, per il momento, non sembra esserci la volontà di muoversi in questa direzione. «Di recente mi son trovato a tu per tu con Cassis e ha ribadito che gli svizzeri sono abbastanza ricchi da sopportare questi rincari. Peccato che i Ticino ci sia già chi ha abbassato la saracinesche. Questo significa tanti posti di lavoro che rischiano di sparire».
Su chiusure e difficoltà nel settore si è già espresso Matteo Centonze, presidente dell'Associazione Ticinese Stazioni di Servizio (ATSS): «Dai fine settimana con i turisti del pieno siamo arrivati alle chiusure. Noi continuiamo a sensibilizzare la politica, anche con l’associazione nazionale Avenergy».
L'obiettivo, prossimo ad essere raggiunto, è quello delle 5 mila firme entro fine anno (nel momento in cui scriviamo sono poco più di 3'800).