Pandemia, guerra e malattie stagionali colpiscono duro.
Il farmacista cantonale si appella però alla popolazione: «Evitate di fare scorte».
BELLINZONA - Antidolorifici, antibiotici e sciroppi. Sono 768, stando ai numeri della scorsa settimana, i medicinali attualmente introvabili nelle farmacie ticinesi e rossocrociate. «La situazione è in peggioramento», conferma il portavoce dell’Ordine dei farmacisti ticinesi Federico Tamò. A fine settembre i farmaci mancanti erano infatti 600.
Prezzi giù, e l'offerta cala - «Il mercato era già fragile prima della pandemia e della guerra», spiega Tamò. «L’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha messo talmente tanta pressione sui prezzi, negli ultimi anni, che per le case farmaceutiche molti medicinali sono diventati meno interessanti da commerciare in Svizzera, perché i costi salgono e il margine di guadagno si assottiglia. Di conseguenza questi farmaci sono spariti dal nostro mercato».
Tra lockdown e feriti di guerra - A questo si sono poi aggiunte in primis la pandemia e poi la guerra, «due eventi che», specifica Tamò, «hanno fatto esplodere il tutto». I lockdown, particolarmente frequenti soprattutto in Asia, «hanno bloccato la produzione di molti prodotti», aggiunge, mentre la guerra in Ucraina «ha aumentato drasticamente il fabbisogno di antibiotici, antidolorifici e antinfiammatori». Il conflitto ha inoltre «complicato ulteriormente i meccanismi della logistica, esercitando un impatto negativo sulla reperibilità sia delle sostanze che dei materiali utilizzati per il packaging dei farmaci».
Stagione nera - Ma ad accentuare il problema sono ora le classiche ondate di influenza, tosse e raffreddore: «Il consumo dei farmaci per i malanni stagionali è aumentato, il che peggiora ulteriormente la situazione».
A preoccupare maggiormente sono soprattutto le forniture di antibiotici e le formule pediatriche iniettabili degli analgesici. Il fenomeno tocca però tutto il mercato, dai medicinali più comuni a quelli di nicchia.
«Non fate scorte» - «La carenza di farmaci è una realtà quotidiana da una quindicina d’anni», tiene però a sottolineare il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, che invita la popolazione a non farsi prendere dal panico. «Notizie come queste hanno l’effetto perverso di spingere la gente a fare scorta di farmaci anche se non ne avrebbero necessità, il che aggrava la situazione».