È un periodo poco fruttuoso per i ristoranti, spiega il presidente di GastroTicino Massimo Suter.
LUGANO - Non tira una grande aria nei ristoranti ticinesi. Lo ha detto Massimo Suter, presidente di GastroTicino, ai microfoni di Radio Ticino. «In questo periodo la gente sta chiusa in casa oppure si riunisce nelle piazze pubbliche. Sta un po' tradendo la ristorazione classica». È però vero, ammette, «che questo fa parte dei tempi moderni, in cui si cercano soluzioni alternative».
L'inflazione e la crisi energetica stanno poi indirizzando la popolazione verso il risparmio. «Sì, questo ragionamento viene fatto, perché arriviamo da due anni difficili e il futuro non si prospetta roseo. La variante "aperitivo in piazza più qualche stuzzichino" tira dunque di più rispetto alla cena ingessata al ristorante», afferma Suter.
Una frecciatina, questa, ai Comuni che propongono intrattenimento natalizio nelle piazze? «No, bisogna fare buon viso a cattivo gioco», chiarisce. «La società evolve, e di riflesso anche le abitudini delle persone. Se vi è mercato per queste manifestazioni è anche giusto che vengano organizzate».
A soffrire particolarmente, attualmente, sarebbero i ristoranti e gli hotel che si trovano un po' fuori mano. «La tendenza è quella di concentrarsi nei centri urbani, perché, senza bisogno di spostarsi in auto, offrono dall'aperitivo alla discoteca. Questo può penalizzarci, ma è chiaro che bisognerà trovare delle altre soluzioni, per esempio stimolando la sfera politica ad ampliare la rete dei mezzi pubblici, piuttosto che i tassisti a rivedere le loro tariffe».