Sì ai viaggi e agli aperitivi in piazza, ma i ticinesi fanno attenzione al portafogli.
BELLINZONA - Caro energia, premi cassa malati, inflazione e affitti. Sono le principali preoccupazioni degli svizzeri per il 2023, come confermato da un recente sondaggio di Comparis.
In Ticino, questi elementi hanno avuto un impatto nei consumi durante il periodo natalizio? In parte, come testimoniano gli operatori dei comparti del turismo e della ristorazione.
«Quello appena trascorso è stato un buon Natale - commenta Davide Nettuno, portavoce per il Ticino della compagnia Hotelplan - Non sono stati raggiunti i livelli pre pandemici, però i risultati sono stati positivi. Si è optato per vacanze più “vicine”, per esempio in Svizzera, dove si sono registrati ottimi risultati». L’aumento dei costi, dal punto d’osservazione di Hotelplan, ha influito in maniera marginale. «Arriviamo da due anni di limitazioni e restrizioni - continua Nettuno - la voglia di viaggiare è forte». Per i mesi successivi, le sensazioni sono buone: «Certo - aggiunge il portavoce - tutto può cambiare da un momento all’altro. Però, gli aumenti si sono un po’ stabilizzati: il fattore più impattante, nel costo del viaggio, è il carburante, che da qualche mese si è stabilizzato». Il consiglio è non attendere: «Chi ha le idee abbastanza chiare prenoti in anticipo senza attendere, così da avere condizioni migliori. Se prima si parlava di “last minute”, ora siamo nel periodo del “first minute”».
Sensazioni positive anche dall’agenzia di Chiasso Immagini dal Mondo: dal loro punto d’osservazione, la situazione, da maggio, è stabile. Non si è verificata nessuna particolare diminuzione degli affari.
Invece dalla Gateways tours di Lugano fanno sapere che, in effetti, una contrattura del mercato si è verificata. Sul futuro, è difficile fare una previsione.
Luci e ombre nel comparto della ristorazione, come fa notare il presidente di GastroTicino Massimo Suter: «Il periodo natalizio è andato piuttosto bene - commenta - Certo, c’è stata una contrazione del consumo pro capite. Cioè, le persone non rinunciano all’aperitivo in piazza, ma spendono meno. È il riflesso, probabilmente, dell’aumento dei costi generali e del rincaro delle bollette».
Nei prossimi mesi non è previsto un miglioramento: «Le feste sono un momento particolare - conclude Suter - la tendenza è a lasciarsi andare e a mettere da parte i pensieri. Quando si tornerà alla nuda e cruda realtà, temo ci sarà una contrattura».