Il Dipartimento della sanità e della socialità: «Un'ipotetica riduzione del numero di medici potrà avvenire a partire dal 2025»
BELLINZONA - La medicina ambulatoriale costa troppo (rappresenta il 40% della spesa sanitaria) e il Cantone è alla ricerca di un correttivo «equilibrato per conciliare da una parte la necessità di diminuire il numero di prestazioni specialistiche e dall'altra il bisogno che si leva da più voci di un numero maggiore di medici di famiglia», come è stato ricordato nel corso della conferenza stampa tenutasi questo pomeriggio a Palazzo delle Orsoline e indetta dal Dipartimento della sanità e della socialità.
Entro il 2025 la possibile riduzione dei medici specialisti - Il Legislatore federale è stato chiaro: conscio della complessità di ridisegnare un sistema sanitario (e tagliarne la spesa soprattutto) ha dato tempo fino al 2025 per consentire di avere conti e numeri di medici in ordine.
A sottolinearlo è stata anche Patrizia Bottinelli, Capo dell’Ufficio di sanità: «Stiamo per entrare, rispetto a quanto stabilito dal Governo federale, nella seconda fase - ha spiegato - quella in cui i Cantoni possono stabilire che l'offerta di medici corrisponde al bisogno e soddisfa i criteri economici dettati dalla legge. È una fase transitoria che porterà al 2025, quando sarà stabilito il numero limite massimo di medici che potremo avere sul territorio e assistere a un'ipotetica diminuzione del numero di specialisti».
Troppi fornitori di prestazioni a carico della LAMal - Sul banco degli imputati, è noto, ci sono le prestazioni a carico della Lamal: «Quello che differenzia il Ticino da altre regioni della Svizzera è proprio la densità dei fornitori di prestazione e un sistema tariffario non più adeguato che non incita a un contenimento delle quantità delle prestazioni» ha detto il Consigliere di Stato e Direttore del DSS Raffaele De Rosa, che ha detto chiaramente che «questo è il motivo per cui è importante il pilotaggio della medicina ambulatoriale».
I medici di famiglia non riescono a filtrare le visite specialistiche più costose - Pilotaggio significa che dai suoi uffici dovrà uscire la ricetta per dotare la sanità cantonale di ciò che - in maniera appropriata - ha bisogno: fissazione delle tariffe, una pianificazione che tenga conto del contenimento del numero di attrezzature e di programmi di promozione della salute e sostegno alla medicina di famiglia.
È proprio in questo ultimo ambito che si concentra anche l'attenzione del capo del DSS: «I medici di famiglia non riescono a filtrare i costi delle visite specialistiche più costose. È in essere un'evoluzione di questa figura» che va intercettata, ha fatto capire.
La lettera-censimento per arrivare al tetto di medici consentito per ciascuna specializzazione - E ai medici di famiglia - proprio per mettere a punto il nodo del 2025 che sta a cuore a molti e cioè di quanti medici ambulatoriali ha davvero bisogno il Ticino - ha inviato (in collaborazione con l'Ordine dei Medici) una lettera-censimento (arrivata nella bucalettere di 2300 professionisti del settore ambulatoriale ospedaliero e extraospedaliero) chiedendo alcune cose: tempo di lavoro per specializzazione e per regione, età e suddivisione fra ambulatoriale, ospedaliero e stazionario. Anche da questo censimento dipenderà il famoso "numerino" con cui il sistema sanitario ticinese si reggerà. Si guarda all'Europa: perché dal censimento usciranno i dati relativi a quei volumi di prestazioni ritenuti adeguati (legati al tasso di approvvigionamento) che saranno alla base degli eventuali tagli. In Ticino, lo ricordiamo, in questo momento operano 2367 medici in libera professione e 1247 autorizzati a fatturare a carico della LAMal: troppi.
L'impennata dei medici dall'estero tra il 2012 e il 2013 - Questo numero era lievitato in modo preoccupante tra il 2012 e 2013, anche per lo stop alla moratoria di quel periodo, che aveva portato all'ingresso in Ticino di molti medici dall'estero (+28%). Adesso si tratta, come ha ribadito Paolo Bianchi, Direttore della Divisione della salute pubblica, «di riorganizzare il sistema in modo equilibrato che non contempli un numero eccessivo di medici e un aumento ingiustificato di determinate prestazioni. Poi si deve lavorare sulla carenza dei medici di famiglia: i nostri programmi prevedono 1350 diplomati entro il 2025».