Un'indagine partita con l'uccisione di un 24enne marocchino si è conclusa oggi
VARESE - Il ritrovamento di un cadavere lo scorso 7 maggio ha fatto partire un'indagine che ha portato a misure cautelari nei confronti di 26 persone (tutte originarie del Marocco, eccetto un cittadino italiano).
Lo ha reso noto nella mattinata di oggi la Polizia di Varese, annunciando la chiusura della vasta operazione per cui 24 persone sono finite in carcere, uno agli arresti domiciliari e uno con un divieto di dimora in Lombardia e Piemonte. Le sentenze sono state emesse dai giudici per le indagini preliminari di Busto Arsizio, Novara e Lodi.
Le persone sono indagate a vario titolo per i reati di tortura con uccisione del torturato, tentata estorsione, rapina, detenzione di armi e reati in materia di stupefacenti, in particolare spaccio nelle zone boschive in numerosi punti dislocati nelle province lombarde e piemontesi. La vittima dell'omicidio aveva intenzione di iniziare a spacciare in proprio nella zona di Laveno Mombello, nel Varesotto. Per questo, si era tenuto per sé della droga (dal valore di circa 30mila euro). È quindi stato torturato e ucciso.
Gli arresti sono stati eseguiti in Lombardia nelle province di Milano, Lodi, Pavia e Cremona, e anche nelle province di Novara e Piacenza. Parte dei soggetti destinatari - irregolari in Italia e senza fissa dimora - è risultata irreperibile.
Un arresto è stato eseguito in Germania dalle autorità di polizia di quel paese, attivate dall'Unità FAST italiana (incardinata nel Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia) a seguito della emissione del mandato d'arresto europeo da parte del giudice per le indagini preliminari.