Anche a livello svizzero la tendenza segna un +8% rispetto al 2022.
BERNA - Il 2023 sta mostrando una forte crescita di fallimenti aziendali in Svizzera. Lo indicano i dati pubblicati oggi dalla società di informazioni economiche Dun & Bradstreet (D&B), che osserva anche una progressione particolarmente marcata in Ticino.
Nei primi nove mesi dell'anno le ditte che hanno dovuto chiudere per insolvenza sono state 3845 a livello elvetico, l'8% in più dello stesso periodo del 2022. Il dato riassume peraltro una realtà regionale variegata: tenendo conto solo dei cantoni con numeri di una certa consistenza spiccano per esempio il +52% di Friburgo nonché il +22% di Lucerna. Anche il principale polo economico elvetico, Zurigo (+10%), mostra un forte aumento, ma ancora più consistente è la crescita in Ticino (+13% a 251 casi). In contro tendenza risultano solo sette cantoni, fra cui i Grigioni (-9% a 49 casi).
Ai fallimenti per incapacità a far fronte ai pagamenti vanno poi aggiunti quelli per lacune nell'organizzazione (articolo 731b del Codice delle obbligazioni): il numero complessivo sale così 5746 (stabile rispetto ai primi tre trimestri dell'anno scorso) a livello svizzero, a 414 in Ticino (-9%) e a 68 nei Grigioni (-36%).
L'analisi di Dun & Bradstreet mostra peraltro che il rischio di fallimento dipende molto dal settore di attività. Ad esempio, le imprese dell'industria del legno e dei mobili hanno registrato un numero di insolvenze tre volte superiore alla media; la frequenza è di 2,3 volte tra gli artigiani nonché nel settore alberghiero e della ristorazione, e di due volte nel ramo delle costruzioni.
Se diverse aziende devono abbassare le saracinesche, non poche al contrario aprono i battenti: le nuove iscrizioni al registro di commercio nella Confederazione sono state 37'091 nel periodo gennaio-settembre, valore in progressione del 3% su base annua. Maggiore dinamismo viene mostrato dai Grigioni (+18% a 752), mentre il Ticino rimane fermo (a 1697).