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CANTONE«Se la gente lascia il settore pubblico per il privato, un motivo ci sarà»

13.11.23 - 06:31
La reazione di Lilia Cereda Nodari dell'ASI all'allarme degli Spitex di un settore delle cure a domicilio ticinese «fuori controllo»
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«Se la gente lascia il settore pubblico per il privato, un motivo ci sarà»
La reazione di Lilia Cereda Nodari dell'ASI all'allarme degli Spitex di un settore delle cure a domicilio ticinese «fuori controllo»

LUGANO - Un settore, quello delle cure infermieristiche a domicilio fuori controllo e in balìa di un “mercato selvaggio”, con costi (e fatturazioni) eccessive che finiscono per pesare anche sulle casse cantonali.

È questo il quadro dipinto in una recente conferenza stampa degli Spitex pubblici ticinesi, riuniti nella Conferenza dei presidenti dei servizi di assistenza e cura a domicilio di interesse pubblico ticinese.

Non ci sta però la Lilia Cereda Nodari, infermiera indipendente e responsabile dello sportello infermieri indipendenti presso l'Associazione Svizzera degli Infermieri (ASI) in Ticino: «se devo essere sincera, tutta questa bellicosità (da parte della Conferenza, ndr.) mi ha ferita un po', ho sempre svolto il mio lavoro in maniera corretta e tutto questo accanirsi mi ha fatto un po' male».

E non son solo i toni ad averla indisposta: «anche i dati, che sono sbagliati. Parlano di indipendenti che guadagnano anche 10mila franchi al mese ma, mi permetta, se ne esistessero davvero sarebbero da denuncia. Le possibilità sono diverse: o questa ipotetica persona lavora troppo, oppure non calcola bene le ore che fa, non fa il lavoro amministrativo, le vacanze, i giorni liberi e i giorni di formazione che dovrebbe fare in un anno... Questa cosa che dicono loro, non mi convince proprio».

Fra le altre criticità citate dalla Conferenza, c'è il numero davvero elevato di infermieri attivi in Ticino. Il nostro territorio, va detto, ha diverse peculiarità geografiche e demografiche che lo rendono una sorta di unicum in Svizzera per quanto riguarda la sanità: «È vero, ma le proporzioni che citano loro non sono in linea con i dati ufficiali che abbiamo noi dell'ASI. Parlano di più di 500 infermieri attivi in Ticino sui 1'420 in Svizzera, quando - ho qui le cifre fra le mani - in realtà in tutta la Convederazione sono più 2'800».

Parlando poi degli infermieri che decidono di lasciare il settore pubblico per diventare indipendenti...
«Anche io dopo tanti anni nel pubblico ho deciso di diventare indipendente, i motivi sono tanti, ma quelli più importanti riguardano la gestione del proprio tempo e la possibilità di avere dei fine settimana liberi (e non da 14 ore di lavoro) e gestire meglio vita professionale e vita privata. Se sono così tanti quelli che decidono di intraprendere questo percorso, allora qualche domanda dovrebbero farsela loro».

Ma c'è davvero chi “ruba” i pazienti che aveva quando inizia a lavorare in proprio?
«Diciamo che usando questa terminologia si sminuisce un po' il rapporto che si instaura negli anni fra chi cura e il paziente. A volte quella fiducia che si crea è un qualcosa di importante e unico, per entrambi. Può quindi capitare che il paziente finisca per cercare un infermiere o un'infermiera con cui si è trovato/a bene, a me personalmente è capitato. Va detto che molti Spitex fanno firmare dei documenti perché questa cosa non succeda, con dei periodi “franchi” di diversi anni. Nel mio caso, alcuni miei ex-pazienti hanno aspettato e poi si sono fatti avanti».

Quindi, stando a quello che dice lei, non è proprio un ”Far West”...
«Che piaccia o meno, è il libero mercato. Poi le tariffe sono le medesime, che si scelga uno Spitex o un indipendente. Quello che potrebbe cambiare, se si vuole davvero approfondire, sono le fatturazioni. Uno Spitex, per esempio, il viaggio per portare a far analizzare un campione di sangue dal medico, lo fatturerà sempre. Io non lo faccio mai, e non sono l'unica. Lo stesso vale per l'acquisto di medicamenti in farmacia, e altre cose piccole. Queste cose il cliente spesso non le sa perché le fatture vengono inoltrate alla cassa malati che le copre».

Ma di indipendenti "furbetti" che magari gonfiano le fatture, non ce ne sono davvero?
«Io parlo per l'ASI, noi abbiamo uno standard elevato e regolamentato, nel segno della qualità e dell'affidabilità. Per quanto riguarda gli altri, immagino che qualcuno che “arrotondi“ verso l'alto ci possa anche essere ma le cose gravi, tipo fatturare 100 ore per delle medicazioni di una piccola ferita, saltano fuori. Di solito ad accorgersene è proprio la cassa malati che in genere controlla quando vede numeri eccessivi, richiede i documenti, sente il medico e i nodi poi vengono al pettine».

Secondo lei, c'è qualcosa che si potrebbe migliorare?
«Sì, senz'altro. Se davvero questi “infermieri con la Porsche” esistono davvero, se davvero ci sono degli illeciti e degli abusi, dovrebbe esserci un canale - un numero da chiamare - per segnalarli alle autorità competenti. Altrimenti, ahimé, si rischia di restare nell'ambito delle voci e delle chiacchiere da bar. Al momento però non so se il Cantone abbia a disposizione i mezzi per sobbarcarsi anche questo onere».

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COMMENTI
 

Voilà 1 anno fa su tio
Le cure a domicilio non sono pagate a ore ma a tipo di prestazione, quindi se un infermiere fornisce una prestazione che potrebbe essere fornita da un'ausiliaria questa verrà pagata meno. Un anziano assistito a domicilio al Cantone costa molto meno che in casa anziani, ma se l'anziano ha qualche risparmio o un immobile spende molto di meno stando a casa... Può arrivare vicino ai 6'000 Fr. al mese, più cassa malati ed eventuali terapia non riconosciute dallacassa malati.

Gino Latino 1 anno fa su tio
Sono infermiere e quando ho lavorato in una struttura dove il direttore sanitario era uno di quelli del comitato che accusa gli infermieri indipendenti di non avere sufficiente competenze mi hanno fatto lavorare come unico infermiere in una struttura di oltre cento pazienti dopo che avevo terminato la scuola infermieri da circa due settimane. Vi sembra normale avere un infermiere con due settimane di esperienza con oltre 100 pazienti? Ribadisco che il direttore sanitario era proprio quello che mette in discussione la competenza degli infermieri indipendenti..ipocrisia e squallore a livelli inverosimili. Tra l'altro consiglio di dare un occhio alle recensioni di goole sul dottor Gilardi che sono in pieno contrasto con i valori da lui citati....giusto per farsi un idea della levatura morale della sedicente commissione.

comp61 1 anno fa su tio
Sembra ci sia qualcuno che giri in Lamborghini, ma non è tra le fila degli indipendenti

carlo56 1 anno fa su tio
discorso complesso! da un lato la legge sugli infermieri che abbiamo votato poco tempo fa ha sicuramente inciso sulle fatturazioni, ma non mi esprimo se divute o eccessive perché non lo so. Poi c’è la questione di ospedali e società di sostegno infermieristico. Queste ultime sono parecchio esose: chiedono tanto al cliente, pagano pochino all’operatore e ci guadagnano tanto, con il benplacito di politica e leggi. Ora che gli infermieri possono chiedere lo stesso ma da indipendenti il giocattolo si è rotto. Quanto agli ospedali… se fai lavorare troppe ore ma remuneri male e c’è un’alternativa è ovvio che la gente se ne va. La sanità svizzera funziona bene ma è cara anche perché il costo della vita è caro. Avere sempre di più a meno non funziona.

FrancescoZappalà 1 anno fa su tio
120’000fr all’anno ovvero 10’000 al mese rispettano esattamente cosa il cantone riconosce come partecipazione ai costi, ovvero 1350 ore all’anno. Se un infermiere ha tanti pazienti è ovvio che fattura più ore , come ci sono infermieri che tornano nelle strutture perché non hanno abbastanza lavoro come indipendenti.

Stefy43 1 anno fa su tio
allora non c’è carenza di personale infermieristico, perlomeno

andrea28 1 anno fa su tio
Ma come, i servizi statali non costavano troppo? Ora salta fuori che costano meno e che anzi lo Stato dovrebbe accollarsi anche i controlli. Ma non bisognava diminuire i compiti dello Stato per risparmiare? Quando fa comodo lo Stato costa troppo e bisogna togliere i compiti, quando fa comodo in altro modo lo Stato costa di meno e bisogna aggiungere altri compiti. Facciamo che cambiamo chi lo dirige...

rosi 1 anno fa su tio
I pazienti ed i familiari non sono degli sprovveduti e sicuramente si rendono conto se vi sono degli abusi ed in questo caso possono prima parlare con l'infermiera/o e poi se del caso segnalare agli uffici competenti quello che ritengono non corretto. Anche noi cittadini abbiamo una testa pensante e siamo in grado di valutare quello che ci sta attorno.

Pagno 1 anno fa su tio
Per evitare i furbetti bisogna regolamentare di più ancora e magari avere un organo di controllo cantonale che controlli tutto. E logico che a un anziano fa una doccia un assistente di cura privato costa di meno , se lo fa un infermiere privato la tariffa sale.
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