Le telecamere di Tio.ch e 20 minuti sono entrate nell'opera fortificata recentemente ristruttura, celata tra i boschi della Riviera.
IRAGNA - Da indesiderati a necessari. Sono i bunker militari. E lo scoppio della guerra in Ucraina li ha recentemente riportati alla ribalta, regalando loro una nuova "giovinezza". Tanto che lo scorso mese di settembre l'esercito svizzero ha deciso di bloccarne la vendita ai privati. «Queste strutture possono sempre avere un'utilità militare», aveva precisato il Capo Thomas Süssli, compiendo di fatto una netta inversione di rotta rispetto al passato. Nel 2010, infatti, la Confederazione aveva deciso di mettere in pensione i bunker perché - parole dell'allora Consigliere federale Ueli Maurer - «il tipo di minaccia militare è cambiato» e perché queste strutture erano diventate ormai «obsolete» e «troppo care» da mantenere. Per questo molte di queste strutture militari (anche in Ticino) vennero acquistate da privati e associazioni.
È il caso del bunker Mairano a Iragna (Comune di Riviera) che è finito tra le mani della Società ticinese di artiglieria (STA) che ha deciso di ristrutturare e riattivare l'opera fortificata celata tra i boschi della Riviera. Le telecamere di Tio.ch e 20 minuti sono entrate per una visita guidata. E a farci da Cicerone è uno che questa struttura - uno dei 23 fortini che negli anni '40 formavano la Linea Lona - la conosce come le sue tasche. L'ex sottufficiale Gruppo Fortezza 9 e membro della STA Giorgio Piona. «Dal 1968 al 1985 la mia vita militare l'ho trascorsa tutta in questi fortini», ci confida, mostrandoci il cannone da 10,5 centimetri con cui era armato il bunker. «Con quest'arma facevamo esercizi di tiro e sparavamo nelle valli laterali».
La storia - Piona ci racconta poi la storia della costruzione della linea Lona. «La sua edificazione è iniziato nel 1939, con le prime avvisaglie della Seconda guerra mondiale. Lo Stato Maggiore a Berna ha infatti stabilito che qui andasse fatto uno sbarramento per bloccare gli eventuali attacchi da sud. Perché Mussolini aveva mire sulle Alpi».
I lavori per farlo rinascere - Con il passare del tempo la maggior parte dei 23 fortini è purtroppo andato perso. Per questo la conservazione del bunker Mairano assume un'importanza ancora maggiore. «Per recuperare il fortino si sono resi necessari diversi lavori. Inanzitutto è stato ripulito e riverniciato il soffitto in acciaio. Poi c'è stata tutta la manutenzione esterna. La vegetazione aveva infatti ricoperto gran parte della struttura. Per ricreare l'ambiente dell'epoca abbiamo poi recuperato diversi oggetti dall'Ufficio storico dell'esercito». Giorgio Piona conclude la nostra visita facendo un appello alla politica. «Il Cantone - conclude il membro della STA - potrebbe dare un piccolo contributo finanziario per rivalutare queste opere. Queste sono opere storiche».