Tredicesima AVS, il vice presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori Gian-Luca Lardi non la vuole: «Si punti sulle complementari».
BELLINZONA - «Questa riforma è completamente asociale». Gian-Luca Lardi, vice presidente dell'Unione svizzera degli imprenditori, è contrario alla tredicesima mensilità dell'AVS in votazione federale il prossimo 3 marzo. Il ticinese rappresenta i datori di lavoro su suolo elvetico. E, nonostante i sondaggi prevedano un "sì", spera che alle urne l’iniziativa venga bocciata.
Quale sarebbe la sua soluzione?
«Concentrarsi sul miglioramento e sul potenziamento delle prestazioni complementari. A quel livello sì che possiamo davvero aiutare gli anziani poveri. Soluzione che per altro è in discussione in Parlamento».
Eppure una tredicesima porterebbe più soldi delle tasche dei pensionati.
«Sì. Ma senza criterio. Chi riceve una pensione minima di 1.225 franchi mensili riceverebbe una tredicesima equivalente a quella cifra. Chi riceve una pensione massima di 2.450 franchi riceverebbe una tredicesima pari a quell’importo. Daremmo ai benestanti più soldi ancora. Mentre chi è in difficoltà riceverebbe quei 1.225 franchi in più all’anno. Non male, certo. Ma a essere aiutato di più sarebbe chi sta già bene. Che senso ha?»
Per pagare la tredicesima dell’AVS serve un budget che da 4,2 miliardi salga a 5 miliardi entro il 2030. E in seguito passi a 6 miliardi.
«E per raggiungere questo budget si ipotizzano varie vie. Tra cui quella di aumentare i contributi AVS di datori di lavoro e lavoratori. In questo modo si penalizzano le persone, giovani ma non solo, che adesso lavorano e che pagheranno per i prossimi 40 anni».
Giusto chiedere ulteriori contributi ai giovani?
«Le giovani famiglie oggi sono ancora più toccate dall’inflazione rispetto agli anziani. Per non parlare di cassa malati e affitti. Non è giusto tartassarle ancora. Ci sono tanti anziani in difficoltà economica, è vero. Allora però aiutiamoli in modo diretto. Non distribuendo soldi anche a chi non ne ha necessità».
C’è chi, per raggiungere il budget dei 5 miliardi, ipotizza anche un nuovo aumento dell’IVA.
«Già è recentemente aumentata dal 7,6% all’8,1%. Addirittura c’è chi vorrebbe portarla al 9,1%. L’IVA non è democratica. È fissa per tutti. Per il ricco come per il povero. Quando io acquisto la pasta o un qualsiasi altro bene di consumo la pago in ugual misura indipendentemente dal mio reddito. Aumentarla ulteriormente significa ancora una volta andare a colpire le fasce più fragili della popolazione».
E che ne pensa dell’eventualità di alzare l’età di pensionamento?
«Si è calcolato che per finanziare la 13esima rendita AVS sarebbe necessario lavorare 1,5-2 anni più. È un’alternativa di finanziamento. Ma non credo sia equa nemmeno questa».
Dati alla mano, ci sono circa 900.000 persone all'estero che recepiscono una rendita AVS
«È così. In Paesi come Spagna, Italia o Portogallo. Questa gente negli ultimi tempi ha già beneficiato parecchio del rafforzamento del franco sull’euro. Nella misura del 20-30%. Con la tredicesima dell’AVS, che chiama alle casse noi in Svizzera, si andrebbe a esportare all’estero un capitale destinato a persone che già stanno avendo grossi vantaggi economici».