È il messaggio lanciato oggi da una campagna di sensibilizzazione dell'Upi. Ad annegare sono soprattutto i turisti.
LUGANO - Ogni anno più di 20 persone annegano nei laghi e nei fiumi svizzeri. In circa il 22% dei casi si trovavano in acqua da sole. Ecco perché gli esperti di settore raccomandano di nuotare in acque libere sempre in compagnia di un'altra persona e di portare sempre con sé un aiuto al galleggiamento come una boa da nuoto. «Nei fiumi questi ausili devono disporre di un dispositivo di distacco rapido in modo da non rimanere impigliati e non venire trascinati dalla corrente sott'acqua - spiegano - gli ausili al galleggiamento aiutano a rimanere a galla in caso di emergenza. Offrono una sicurezza in più».
L'evento in nome della prevenzione - A ricordarlo è anche l'UPI, l'Ufficio prevenzioni infortuni, che proprio per non far lasciare cadere nel vuoto i tanti appelli alla prudenza e a un sicuro e corretto approccio alle nuotate al lago o in un fiume, si è fatto promotore di un'iniziativa andata in scena oggi (5 giugno) a Lugano, alla Foce del Cassarate. Ambasciatrici di questo messaggio di sicurezza sono state le ragazze del nuoto sincronizzato di «Lugano Aquatics». Durante la coreografia studiata appositamente per il "luogo lago", tutte portavano una boa allacciata discretamente al corpo, «munita di un meccanismo di sgancio che può essere attivato in caso di emergenza e gonfia la boa in pochi secondi». E con la stagione turistica oramai ai nastri di partenza, il segnale appare più che chiaro.
Questo nonostante il numero di annegamenti sia in calo, come ricorda Fabienne Bonzanigo, responsabile della campagna di prevenzione "Acque sicure" per il Dipartimento delle istituzioni.«Nel 2023 abbiamo fortunatamente assistito a una riduzione degli annegamenti sia sul piano nazionale che su quello cantonale. Nel duemilaventidue, infatti, a livello svizzero c'erano stati oltre sessanta annegamenti. In Ticino siamo passati dai 6 del 2022 ai 3 del 2023».
Le vittime? «Quasi sempre turisti» - I numeri fanno anche emergere anche un altro dato: la maggior parte delle vittime proviene da fuori la Svizzera. «La prevenzione resta per noi uno strumento fondamentale per raggiungere la popolazione residente ma anche i turisti - dice - perché ogni anno arrivano nuove persone che si confrontano in un contesto di acque libere con realtà come i torrenti della Valle Verzasca e Maggia che hanno comunque delle insidie e dei rischi molto elevati. Ecco, purtroppo le statistiche parlano a sfavore dei turisti e siamo sempre confrontati con decessi di persone che vengono fuori dal Ticino. Forse i residenti conoscono meglio il territorio e sanno come affrontarlo».
La Foce del Cassarate, «un luogo a rischio» - Chi è del posto sa per esempio che «un luogo a rischio è proprio la Foce del Cassarate. Purtroppo l'immissione delle acque del fiume nel lago crea il terreno instabile, un aumento repentino della profondità e uno sbalzo termico . E questo può essere causa di incidenti». Sui canali social, ma anche attraverso le affissioni e gli incontri sul territorio con residenti e turisti, si dispiega la sensibilizzazione. «Insistiamo su ciò che è opportuno fare» afferma.
Per rafforzare l'aspetto preventivo, in alcuni lidi quest'anno i turisti troveranno dei banner con delle boe che possono essere utilizzate e poi rimesse a posto.
«Questa è una campagna che promuoviamo già da tre anni nella Svizzera tedesca, nella Svizzera francese e da quest'anno nella regione italiana - spiega Pascal Agostinetti, capo delegato UPI per la Svizzera meridionale - perché il consiglio che diamo noi è quello di non nuotare da soli, ma sempre in buona compagnia e in buona compagnia può significare nuotare con una persona, ma anche con un mezzo ausiliario di sostegno» .