Non veniva venduto alcol ed era gestito da severissime "Signorine". La curiosa storia dell'Hotel Pestalozzi che oggi compie 110 anni.
LUGANO - Poteva capitare di incontrare a cena Alessandro Gassman, Massimo Dapporto, Gigi D’Alessio, perfino Antonello Venditti o Pupo. Tutto ciò nel cuore di Lugano, o meglio in quel Ristorante Pestalozzi - con annesso Hotel che aprì però i battenti solo nel 1926 - che oggi festeggia 110 anni di attività. Ne ha viste di storie quel ristorante. Ha affrontato i problemi economici di due guerre mondiali, ha tenuto aperto anche quando non si trovava cibo e personale, quando scarseggiavano pane e caffè. Una lunga e affascinante avventura iniziata nel 1913 quando alcuni membri della Chiesa evangelica riformata locale decisero di aprire un esercizio pubblico che non offrisse alcol a causa dei problemi di alcolismo, vera e propria piaga sociale in quel periodo. E non era questo l’unico limite. Era severamente vietato offrire mance al personale, e il ristorante non doveva avere nessuna tendenza religiosa o politica. A gestirlo erano le cosiddette signorine, delle "severissime Fräulein" che arrivavano dalla Svizzera tedesca e avevano esperienza nella ristorazione. Severissime perché, si narra, facevano rigorosi controlli nelle camere per evitare che i clienti e i collaboratori potessero consumare bibite o sostanze stupefacenti. Altri tempi.
Oggi il locale è gestito da Lucio Fadani e Manuela Fadani. Certo, i limiti si sono allentati. Le mance sono bene accette e l’alcol viene servito regolarmente. «Un brasato senza vino è un po' difficile da gustare» ci dice Lucio. È un fiume in piena nel raccontare la storia del ristorante e dell’hotel. «Bisogna avere un po' più di flessibilità. Chiudiamo come tutti alle 22.00, ma teniamo aperto su richiesta fino oltre le 2.00 per questo molti artisti venivano a mangiare da noi dopo aver fatto lo spettacolo al Palazzo dei Congressi».
Lucio e Manuela se li ricordano tutti e sciorinano una lunga lista di vips italiani e stranieri, perfino qualche premio Nobel. Tantissimi gli aneddoti curiosi. «Pupo è arrivato a mezzanotte e nel menù gli abbiamo fatto trovare il gelato al cioccolato».
Il più simpatico? «Sicuramente Gigi d’Alessio. Volevo farmi una foto con la sua bellissima moglie, ma lui mi ha gentilmente detto che la foto potevo farla con lui. Anche Nino d’Angelo era molto simpatico». Il più alla mano? «Antonello Venditti. Fumava nel ristorante e gli ho detto che in Svizzera è vietato. Lui mi ha risposto che nessuno, nemmeno quando aveva 18 anni, gli ha mai detto di non fumare e che quella sera sul palco avrebbe fumato una sigaretta in mio onore. E così è stato».
Purtroppo, con l'apertura del LAC, di artisti se ne sono visti sempre meno al Pestalozzi. «Ormai i tempi cambiano. Bisogna accettare i mutamenti. Gli artisti probabilmente alloggiano in alberghi più vicini al LAC. Noi andiamo avanti con i nostri clienti. Sa una cosa?». Mi dica. «Non posso nemmeno più dire che vado in vacanza, perché ci sono clienti che vengono qui solo per Lucio, e se sanno che io non ci sono, nemmeno vengono».