Le cifre delle Guardie di confine: «Carne destinata alla ristorazione e alla commercializzazione».
Suter (GastroTicino): «Catena del freddo non verificabile per le merci contrabbandate»
CHIASSO / BERNA - Più del doppio in soli 12 mesi. È l’incremento esponenziale dei sequestri di carne registrati ai confini svizzeri. Lo dicono i dati dell’Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (UDSC): nel 2022 erano state 120 le tonnellate di “bistecche” sequestrate: la cifra, nel 2023, è salita a 263. A questo proposito, contattato da Tio/20minuti, l’UDSC tiene a precisare come «le cifre» siano «molto basse rispetto alle quantità importate legalmente. Quelle da noi indicate non si riferiscono a casi scoperti nell’ambito del traffico turistico, ma al contrabbando di carne destinata alla ristorazione e alla commercializzazione».
In Italia la carne costa la metà - I numeri non sorprendono il presidente di GastroTicino Massimo Suter: «Facendo un discorso legato ai costi e non alla qualità - spiega - la carne nella Confederazione costa anche il 50% in più rispetto, per esempio, alla vicina Italia. Quindi, i ristoratori che decidono di infrangere la legge, lo fanno per la carne e non per altri prodotti in cui l'aumento del prezzo è meno evidente».
Catena del freddo non verificabile - C’è anche una questione sanitaria da non sottovalutare:«C’è un problema non indifferente e che non si può non considerare - continua Suter - Si tratta della catena del freddo, non verificabile, ovviamente, per le merci importate di contrabbando. Si rischia di mettere a repentaglio la salute del cliente. L'introduzione illegale è un comportamento doppiamente sbagliato».
Differenza di prezzo - Qual è il motivo della differenza di costo fra Italia e Svizzera? «Le nostre leggi proteggono il prodotto interno e sono molto severe per quanto riguarda l’allevamento. Non è così ovunque: anzi, oggi l’Italia può comprare la carne in nazioni più lontane dove i costi sono ancora minori».
312 chili di salumi non dichiarati - Sono diversi i casi di cronaca legati al contrabbando di "bistecche" e "salumi". Proprio poche settimane fa, a Chiasso, gli agenti dell’UDSC hanno fermato un SUV, di rientro da una vacanza in Italia, con 312 chili di salumi (oltre ad altri vari alimenti come carciofi e acciughe) nascosti nel baule e nel vano della ruota di scorta. La merce era destinata all’esercizio pubblico, con sede in Svizzera, gestito dalle persone a bordo del veicolo.
Prosciutto e limoncello - A dicembre 2023, invece, sempre a Chiasso, sono stati fermati sette cittadini cinesi con oltre 120 chili di carne di maiale non dichiarata. Un italiano, invece, è stato fermato alla guida di un veicolo con a bordo oltre 150 chili di prosciutto e una settantina di litri di limoncello non dichiarati.
Merce viene distrutta - Di regola, fa sapere l'UDSC, «se non viene rispettata la catena del freddo durante il trasporto, la merce viene distrutta per ragioni di salute pubblica». Il contrabbando «di grandi quantità riguarda generalmente casi relativi a merci commerciali destinate direttamente alla ristorazione o alla rivendita presso esercizi pubblici».