Alla Müller di Gravesano un bambino di otto anni si è visto negare l'accesso ai servizi igienici e ha finito per defecarsi addosso.
«Sensibilizzeremo nuovamente i dipendenti», dichiara Müller Svizzera.
GRAVESANO - «Quando sono arrivata mio figlio era in lacrime. Come mamma ci sono rimasta male e ho trovato il tutto davvero assurdo». È questo il pensiero di una signora di Manno, che ha raccontato a Tio/20Minuti quanto vissuto dal figlio lo scorso 22 giugno alla Müller di Gravesano.
«Quel giorno i miei bambini si sono recati a piedi alla Müller. Sono entrati, hanno preso dei prodotti e a un certo punto il più piccolo, che ha otto anni, ha sentito che aveva un’urgenza fisiologica», spiega. «Trovandosi ancora all’interno del negozio, e a 15-20 minuti a piedi da casa, ha quindi chiesto a una commessa se poteva andare alla toilette. La sua risposta, però, è stata "No, non abbiamo il bagno"».
«Piangeva e si è vergognato molto» - I bambini, straniti, decidono quindi di chiamare la madre: «Io mi sono mossa subito e sono andata a prenderli in auto, ma purtroppo quando sono arrivata era già troppo tardi. I miei figli si trovavano fuori dalla Müller e il più piccolo si era fatto la cacca addosso».
Il bambino, scosso dall’accaduto, ha quindi manifestato una certa frustrazione. «Piangeva e si è vergognato molto. Quanto successo gli risultava inoltre inspiegabile: continuava a chiedermi “Ma come è possibile che non hanno il bagno? Loro non vanno in bagno?”. Io sarei voluta tornare alla Müller per affrontare la questione, ma alla fine ho deciso di lasciare stare, perché i miei figli vanno spesso in negozio e non volevo creare loro disagio».
I precedenti - Chi invece la questione l’ha affrontata, qualche mese fa, è un anziano che ha vissuto un'esperienza molto simile alla Lidl di Gravesano, situata, caso vuole, proprio di fianco alla Müller.
«Al di là della mancanza di sensibilità dimostrata nel negare l’accesso ai bagni del personale, fa davvero strano che supermercati come Müller e Lidl non siano attrezzati con dei bagni dedicati ai clienti», commenta la madre del bambino. «Tralaltro quando mi capita di fare la spesa in Italia li trovo sempre».
Müller: «Ci scusiamo per il disagio» - Müller Svizzera, da noi interpellata, «si scusa con la famiglia per il disagio causato» e ammette che in questa situazione la dipendente «non ha reagito in modo appropriato». I bagni delle filiali «sono destinati principalmente ai nostri dipendenti, come è consuetudine in Svizzera», viene premesso. «In caso di emergenza, soprattutto per quanto riguarda bambini, anziani e donne incinte, i nostri dipendenti sono però generalmente tenuti a reagire in modo flessibile e orientato al cliente. Ci rammarichiamo che ciò in questo caso non sia avvenuto e faremo in modo che in futuro le linee guida vengano rispettate».
Servizi igienici per la clientela? «Seguiamo i requisiti legali» - «Coglieremo questo incidente come un'opportunità per sensibilizzare nuovamente i nostri dipendenti su queste norme e formarli di conseguenza», assicura in seguito Müller. Rispetto alla mancanza di servizi igienici dedicati alla clientela, però, l’azienda mette le mani avanti: «Stiamo rispettando i requisiti legali in materia».
Già, perché di requisiti di questo genere, in effetti, in Svizzera non ce ne sono proprio. Ce lo conferma Enzo Lucibello, presidente dell’Associazione grandi distributori ticinesi (DISTI).
Nessun obbligo - «Premetto che né Müller, né Lidl sono membri della DISTI. Ma, per quanto concerne i servizi igienici per i clienti, non esiste un quadro legale al quale devono sottostare i negozi a sé stanti». I bagni dedicati alla clientela «sono invece sempre presenti nei centri commerciali, così come nelle aree ristorante dei supermercati».
Nei singoli negozi, continua Lucibello, «c'è comunque una regola non scritta, che viene trasmessa a tutto il personale, secondo la quale in caso di necessità, in particolare per quanto riguarda bambini e anziani, i dipendenti devono permettere al cliente di usufruire dei servizi igienici dedicati al personale».
«Il buonsenso ha sempre funzionato» - Questa regola, come abbiamo visto, non viene però sempre rispettata. «Ogni azienda opera secondo il buonsenso e credo che in generale abbia sempre funzionato. Adesso purtroppo ci sono stati due singoli casi in cui questo buonsenso è andato a mancare, ma sono certo che questo aiuterà a sensibilizzare il personale e spingerà le aziende a far presente che questa flessibilità ci deve essere».
«Non occorre regolamentare tutto» - Ma non sarebbe meglio, onde evitare problemi, che disporre di bagni dedicati ai clienti diventi obbligatorio, almeno per i negozi che superano un certo numero di metri quadri? «Non dobbiamo per forza di cose regolamentare tutto», replica Lucibello. «Se io ho un negozio per conto mio avere servizi igienici per il pubblico diventa un onere, perché va pulito e mantenuto efficiente. Se vengono utilizzati regolarmente come in un bar o in un ristorante è un conto..ma in un supermercato a mio parere non c’è questo tipo di necessità».