Il dramma di Ramazan, 26enne afghano. Avrebbe un motivo urgente per rientrare al suo Paese. La burocrazie lo frena. E i tempi si dilatano.
MAGADINO - Deve recarsi in Afghanistan al più presto per rendere visita alla madre seriamente malata. Ma di mezzo c’è una burocrazia infinita e per Ramazan R., 26enne che vive a Magadino (Gambarogno), non è facile partire immediatamente dalla Svizzera. Niente "visto" da Berna per il momento. E i tempi si stanno dilatando a dismisura. «Allo stato attuale delle cose rischio di potere abbracciare mia madre chissà tra quanto tempo. Non ha senso vista l’urgenza. Per me questa situazione è logorante».
«Non chiedo molto» – Ramazan è un giovane che in Svizzera si è integrato tantissimo. Da un anno circa è in attesa del permesso B. Parla fluentemente l’italiano, l'inglese e si sta dando da fare per imparare il tedesco. Ha seguito una formazione e lavora come decoratore d'interni, è attivo nel ramo teatrale e a livello sportivo. «La Svizzera è casa mia. Ma è chiaro che una parte del mio cuore è ancora in Afghanistan. Quando hai una persona cara che non sta bene, vuoi cercare di starle vicino. Non chiedo molto. Solo di trovare un accordo considerando l’eccezionalità del caso».
La questione del certificato – Non dorme più la notte, Ramazan. Non sa come uscire da questa infinita corsa contro il tempo che lo sta logorando lentamente. «La Segreteria di Stato per la migrazione (SEM) ha rifiutato la mia richiesta con la motivazione che manca un certificato medico originale sullo stato di salute di mia mamma. Averlo dall'Afghanistan è praticamente impossibile visto che i sistemi postali laggiù non funzionano. Mi hanno mandato una copia tramite mail, il testo è comunque redatto dal medico curante. Ma la SEM esige l'originale. Essendo il certificato medico non originale, sembra non essere possibile confermare in tempi brevi il legame parentale con mia madre».
Lettera scoraggiante – Come mai in una circostanza del genere, evidentemente eccezionale, la SEM è così rigida? L'ultima lettera inviata da Berna al 26enne fa riferimento all'impossibilità di rilasciare un "documento di viaggio per stranieri". Questo perché la documentazione fornita sarebbe incompleta. Con una diagnosi non sufficientemente precisa e con un certificato medico originale mancante (che però, a quanto pare, è praticamente impossibile da avere).
Restrizioni e limitazioni – Nicolas Cerclé, portavoce della SEM interpellato da tio.ch, non si esprime sul caso specifico per ragioni di privacy. Ma spiega: «Le persone ammesse provvisoriamente in Svizzera non hanno piena libertà di viaggiare all'estero. Possono ottenere dalla SEM un documento di viaggio o un visto di ritorno in caso di malattia grave o di decesso di un familiare. Per familiari si intendono i genitori, i nonni, i fratelli e le sorelle, il coniuge, i figli e i nipoti del richiedente o del suo coniuge. I partner registrati e le persone in convivenza duratura hanno lo stesso status dei coniugi».
Come vengono esaminate le domande – Cerclé evidenzia come per richiedere i documenti di viaggio, il richiedente debba rivolgersi alle autorità cantonali. «Queste inoltrano la domanda alla SEM. Per le richieste legate a motivi di salute, è necessario presentare un certificato medico originale o un certificato di morte originale. Ogni domanda viene esaminata separatamente. In linea di principio, le domande di documenti di viaggio vengono esaminate nell'ordine in cui vengono ricevute. Tuttavia, le domande per motivi medici o di morte possono essere esaminate in anticipo, a seconda dell'urgenza del caso».
La speranza è ancora viva – Insomma, per Ramazan sembrano esserci ancora speranze. Tutto pare ruotare attorno alla questione del certificato medico originale e a una diagnosi più precisa. Diversi amici in Ticino lo stanno sostenendo affinché trovi un compromesso in tempi brevi. «Chiedo comprensione alle autorità», conclude il 26enne con la mano sul cuore.