Tagli nel settore pubblico: dipendenti e sindacati ancora in Piazza a protestare. Accuse al preventivo per il 2025: «Manca una strategia».
BELLINZONA - A Bellinzona sindacati e dipendenti pubblici marciano ancora verso Piazza Governo. Sotto accusa, nella piovosa serata di oggi, c'è il preventivo cantonale per il 2025 che ipotizza nuovi tagli in settori pubblici cruciali, come la scuola e la sanità. Il riconoscimento del carovita, stando ai piani del Consiglio di Stato, invece dovrebbe essere solo parziale. La partecipazione dei lavoratori interessati? Discreta. Penalizzata dal maltempo. La stima è di 600 persone. Ma il dissenso si è fatto comunque sentire.
«Senza progettualità» – Scocciatissimo Xavier Daniel, segretario cantonale del sindacato OCST: «Ancora una volta i tagli verrebbero fatti in maniera indiscriminata. Senza progettualità. Si vanno a colpire i servizi che vengono erogati alla popolazione più debole. Basti pensare ai tagli nel settore socio sanitario. Se proprio bisogna parlare di risparmi, allora si facciano con oculatezza. Con una strategia chiara per il futuro. Pensare di tagliare in settori in cui i volumi di lavoro continuano ad aumentare non è sostenibile. Non c'è stata un'analisi accurata, reparto per reparto, per capire dove si poteva veramente risparmiare. È il secondo anno di fila che si agisce così».
«Cattivo esempio per i privati» – Stefano Testa, segretario cantonale aggiunto della VPOD, rincara la dose: «Lo Stato sta dando un cattivo esempio anche al settore privato. Sappiamo tutti che la popolazione negli ultimi anni ha avuto una perdita del potere di acquisto. Come si può ancora una volta, seppure parzialmente, rinunciare al riconoscimento del carovita dei dipendenti pubblici? Il Governo parla di tagli. E il Parlamento se ne frega. Si fanno i giochi di partito e non si pensa alla gente. Lo Stato ha bisogno di soldi? Lo diciamo da una vita: vadano a prenderli tassando di più i ricchi, le grandi imprese e i grossi capitali».
«La gente ha bisogno di sostegno» – Giangiorgio Gargantini, segretario regionale di UNIA, torna sul presunto cattivo esempio dello Stato. «Lo avevamo già detto lo scorso anno. E puntualmente ci sono state aziende private che non hanno adeguato il carovita ai loro dipendenti. Proprio con la scusa che se non lo fa lo Stato allora anche il privato è giustificato a non farlo. Ci sono periodi storici in cui non per forza bisogna tagliare. Ma si può anche investire. Questo è uno di quei periodi. In momenti di difficoltà lo Stato dovrebbe sostenere l'economia. Arriveranno altri momenti per fare quadrare i conti. Adesso la popolazione ha bisogno di sostegno. Non di avere meno soldi nel borsellino. Vogliono tagliare i sussidi di cassa malati: vi rendete conto? Il problema è che poi nei tempi migliori vanno a fare regali e sgravi fiscali ai ricchi».
«Deboli aggrediti» – Chiusura con Michel Petrocchi, membro di comitato della Rete per la Difesa delle Pensioni (ErreDiPi). «Il riconoscimento del carovita nella busta paga dei dipendenti pubblici sarà solo parziale. Il divario tra il potere d'acquisto dei salari e il costo della vita è sempre più largo. Questo preventivo va di nuovo ad aggredire i più deboli. Penalizza i salariati, gli istituti sociali, le strutture per giovani. Vogliono risparmiare? Analizzino, dipartimento per dipartimento, dove farlo. Non a caso».