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CANTONE«In che condizioni vivono i bimbi che beneficiano del soccorso d'emergenza?»

28.10.24 - 11:12
In Svizzera 700 giovani stanno in strutture d'emergenza e più della metà vi si trova da oltre un anno
Ti-Press
Fonte Gruppo PS-GISO-FA
«In che condizioni vivono i bimbi che beneficiano del soccorso d'emergenza?»
In Svizzera 700 giovani stanno in strutture d'emergenza e più della metà vi si trova da oltre un anno

BELLINZONA - Le condizioni in cui vivono i bambini e gli adolescenti che beneficiano del soccorso d’emergenza nel settore dell’asilo ne pregiudicano la salute e lo sviluppo e «questo non è compatibile né con la Costituzione federale né con il diritto internazionale».

È quanto risulta da due nuove pubblicazioni della Commissione federale della migrazione CFM. Nell’ambito dello studio condotto dall’Istituto Marie Meierhofer per il bambino (IMM) sono stati raccolti per la prima volta in tutta la Svizzera i dati relativi alle condizioni di vita di questi minori, mentre la perizia giuridica dell’Università di Neuchâtel ha inquadrato tali dati da un punto di vita giuridico. Secondo la CFM è chiaro che urgono misure a tutti i livelli politici. I diritti fondamentali dei bambini e degli adolescenti interessati vanno rispettati, indipendentemente dal loro statuto di soggiorno.

Dati - In Svizzera circa 700 bambini e adolescenti vivono in strutture d'emergenza e più della metà vi si trova da oltre un anno, molti anche da più di quattro anni. Dai dati raccolti nello studio emerge che vivono in condizioni altamente precarie, sono esposti a una forte pressione esterna e il loro sviluppo è minacciato. Inoltre tutti i bambini e gli adolescenti che beneficiano del soccorso d'emergenza sono esposti ad almeno un fattore di rischio inaccettabile e molti anche a più fattori contemporaneamente.

Interrogazione - Un tema molto delicato che ha spinto il Gruppo PS-GISO-FA a presentare un'interrogazione al Consiglio di Stato. «Seppure recentemente smentita, l’intenzione del DSS di collocare 150 richiedenti l’asilo, incluse 50 famiglie, nel quartiere di Via Soldini a Chiasso è un segnale preoccupante sul tipo di gestione della politica migratoria del Cantone. Essa non può essere limitata alla messa a disposizione quantitativa di infrastrutture di alloggio: l’aspetto qualitativo, in particolare per la presa a carico dei più giovani e del loro sviluppo, è importante per una società che si dice moderna. Tutte le bambine e i bambini che vivono nel nostro paese sono i nostri bambini», si legge nella premessa del documento. «Il caso di Paradiso mostra come i giovani sperimentino un senso di abbandono e il personale evidenzia come questo modello con 5 operatori per 60 ragazzi sia inadeguato», si legge.

Richieste - «A partire dalle conclusioni delle due pubblicazioni della CMF, tenuto conto del fatto che la Segreteria di Stato della migrazione, a commento degli stessi, ha sottolineato il ruolo dei Cantoni nella presa a carico di questi minorenni, considerate le grandi differenze cantonali segnalate dagli studi stessi, con il presente atto parlamentare si chiede innanzitutto di sapere quanti sono attualmente i minorenni (non accompagnati e con famiglia o persone di riferimento) al solo beneficio dell’aiuto d’urgenza in Ticino e quanti di loro si trovano in questa situazione da più di un anno?

Divese poi le altre questioni sollevate come il sapere «dove sono alloggiati e in quali condizioni, a quali servizi per l’infanzia prescolare possono accedere ed effettivamente accedono e quali scuole frequentano i bambini e preadolescenti in età da obbligo scolastico»

Altro tema è comprendere i criteri che il CdS considera per determinare i luoghi della Città-Ticino più idonei a ospitare le persone richiedenti l’asilo che hanno ottenuto l’ammissione e come mai in Ticino è quasi impossibile accogliere minorenni non accompagnati in famiglie, come invece accade in altri cantoni?

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