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ALTA VALLEMAGGIA

Giornata del Malato, l'abbraccio alla Valle Maggia

L’Associazione Giornate del Malato della Svizzera italiana (AGMSI) ha celebrato la sua 49esima edizione
Foto AGMSI
Fonte AGMSI
Giornata del Malato, l'abbraccio alla Valle Maggia
L’Associazione Giornate del Malato della Svizzera italiana (AGMSI) ha celebrato la sua 49esima edizione

CEVIO - Oggi (2 marzo) in tutta la Svizzera si è celebrata l’86a Giornata del Malato, mentre l’Associazione Giornate del Malato della Svizzera italiana (AGMSI) ha celebrato la sua 49a edizione, sviluppata attorno al motto "Aiuto l’auto-aiuto".

Quest’anno, AGMSI ha scelto di portare la sua vicinanza alla Valle Maggia, non solo per abbracciare chi vive
la malattia nel corpo, ma anche chi porta ferite nell’anima.

«Un messaggio di solidarietà e speranza, che supera la visione tradizionale della malattia per riconoscere anche quelle sofferenze meno visibili, ma altrettanto profonde» si legge in una nota.

Accompagnata da autorità cantonali, comunali e religiose, nonché dai direttori di istituti di cura, AGMSI ha fatto visita al Centro Le Betulle di Cevio, «portando calore e ascolto ai suoi ospiti. Per la prima volta, ha inoltre varcato le soglie di alcune case della Bassa Vallemaggia, incontrando famiglie che, giorno dopo giorno, si prendono cura dei loro cari con amore e dedizione».

È stato un tributo a chi sostiene silenziosamente la fragilità altrui: familiari, badanti, medici, operatori sanitari e volontari, che «con piccoli gesti quotidiani fanno la differenza nella vita di chi soffre».

La Presidente di AGMSI, Ivana Petraglio, ha sottolineato «il valore dell’auto-aiuto», incoraggiando le persone «a scoprire le proprie risorse interiori per affrontare la malattia con strumenti concreti. Ognuno di noi possiede una valigetta di attrezzi interiore: il nostro compito è aiutare chi soffre a riconoscerli e utilizzarli per rendere più sopportabile il cammino», ha dichiarato.

Il Consigliere di Stato Raffaele De Rosa ha invece ricordato la forza della comunità: «Nessuno dovrebbe sentirsi solo nel proprio dolore. Siamo una collettività, ed è proprio nella condivisione delle sofferenze che possiamo trasformarle in crescita e speranza».

Questa giornata «ha lasciato un segno profondo, non solo nei luoghi visitati, ma in tutti coloro che vi hanno partecipato» spiegano dall'associazione.

«Un invito a guardare oltre la malattia, riconoscere la dignità di chi soffre e costruire insieme una rete di sostegno e vicinanza».

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