
Ce lo dicono alcuni residenti di Caslano dopo che il Municipio ha emanato un divieto d’accesso ai cani per il parco dell’ex asilo.
CASLANO - «Ci hanno tolto il parco. E al contempo hanno raddoppiato la tassa sui cani». È quanto ci rivelano diversi detentori di cani residenti a Caslano, infastiditi e delusi dall’agire del Comune.
A febbraio il Municipio ha infatti deciso di introdurre un divieto assoluto di accesso ai cani per il parco dell’ex asilo situato in via Chiesa, con tanto di cartello. Le motivazioni? «All’interno del parco i cani vengono spesso lasciati liberi, malgrado il vigente obbligo di tenerli al guinzaglio», si legge nella risoluzione municipale. «Inoltre la ditta che si occupa della manutenzione ha segnalato a più riprese che gli escrementi non vengono raccolti e che il taglio dell’erba diventa difficoltoso».
«Si comunicava, e spesso il parco era deserto» - «Il parco è recintato, e spesso completamente deserto, perciò a volte qualcuno lasciava il cane libero», ammette Ralf Torre, accompagnato dal suo Golden retriever Buddy. «Se però altre persone entravano nell’area si comunicava e, se lo preferivano, i cani venivano rimessi al guinzaglio. Trovo che sia una questione di buonsenso, e c’è sempre stata una convivenza pacifica».
Un divieto così radicale, dunque, lascia l’amaro in bocca. «Si poteva semplicemente attivare la Polizia intercomunale, magari con dei richiami. Oppure si poteva pensare di introdurre degli orari definiti per le varie utenze, così che i detentori di cani possano avere delle fasce riservate a loro. Questo considerato anche che negli anni abbiamo più volte spinto, senza successo, per la realizzazione di un dog park». E, per quanto riguarda la manutenzione: «Chi se ne occupa è pagato per farlo e se non è contento potrebbe lasciare il mandato. Può infatti capitare ovunque che qualcuno, per pigrizia, per maleducazione o anche per problemi fisici, non raccolga un escremento», sottolinea Torre, precisando che «lo stesso capita con mozziconi di sigaretta, bottiglie di plastica e rifiuti vari, ma su quello il Comune non dice nulla».
A indispettire, inoltre, è il fatto che questo divieto, dove avrebbe più senso, non c’è, ovvero al parco del nuovo asilo, decisamente più frequentato da famiglie e bambini e dunque meno adatto ai cani.
Mano al portafoglio - Ma c’è di più. Sempre nel mese di febbraio il Comune ha annunciato il raddoppio della quota comunale della tassa sui cani, che passa da 25 franchi a 50 franchi l’anno (da sommare ai 25 franchi richiesti dal Cantone). Un incremento, questo, che il Municipio ha giustificato con la crescita della popolazione canina caslanese, salita, sull’arco di 10 anni, da 302 a 342 unità, e con «un aumento generale dei costi riguardanti materiali come cestini, sacchetti, trasporti, squadra esterna,...».
«Fanno cassa, ma cosa ci offrono?» - «Il nostro Comune è nemico dei cani», commenta Torre. «Impone divieti, non ci offre alcun servizio e ora incasserà oltre 17mila franchi l’anno, al posto di 8’500, solo di tassa sui cani». E le motivazioni addotte dal Municipio appaiono poco convincenti. «Se i cani sono più numerosi significa che sono cresciute, in parallelo, anche le entrate del Comune in termini di tassa sui cani. Inoltre a Caslano non ci sono cestini riservati esclusivamente ai bisogni dei cani, ma solo cestini misti. E, che vi sia qualche escremento in più o in meno, il lavoro della nettezza urbana e della squadra esterna resta sostanzialmente lo stesso e andrà a generare gli stessi costi. Costi, peraltro, che andrebbero coperti attraverso le imposte comunali».
Bocche cucite - Da noi contattato, il Municipio di Caslano ci comunica «che al momento ha deciso di non rispondere alle nostre domande. Questo in considerazione del fatto che il 19 marzo la consigliera comunale Cristina Macchi ha presentato un’interpellanza sull’argomento, a cui sarà data risposta nella seduta del Consiglio comunale del prossimo 29 aprile».
Domande scomode - Nella suddetta interpellanza, in effetti, Macchi chiede al Municipio come mai non abbia mosso i passi necessari per dare il via alla creazione di un dog park, nonostante nel dicembre del 2023 il Consiglio comunale abbia votato e accolto una mozione per la sua realizzazione. La consigliera comunale chiede infine «se il ritardo nella presentazione di un messaggio municipale» in tal senso «e la contemporanea chiusura dei luoghi di ritrovo spontanei dei detentori dei cani facciano parte di una strategia del Municipio volta a disincentivare la proprietà di cani all’interno del comune». Non ci resta che aspettare le risposte dell’Esecutivo.