Bellissima e ammiratissima dagli sguardi maschili. Una foto iconica. Il mondo di Mario De Biasi approda a Monte Carasso
BELLINZONA - Milano 1954. Una donna vestita di bianco cammina per il centro. La sua bellezza attira gli sguardi maschili, e un fotografo immortala la scena. Siamo di fronte a quello che oggi chiamiamo cat calling. Fino a qualche anno fa si diceva pappagallismo. Concetti che oggi, in un’epoca dominata dalla deriva del politically correct che fa più danni che altro, i fanatici – e soprattutto le fanatiche - si indignano. Non accadeva nel 1994, quando la foto fu esposta al Guggenheim Museum di New York. E di certo non accadeva in quegli anni. In quel mondo fotografato da Mario De Biasi, genio della fotografia italiana che meglio di chiunque altro è riuscito a descrivere la realtà e darle la parola. Sì, perché le sue fotografie parlano. Parlano, come quella che ritrae la donna dal vestito bianco. Si intitola "Gli italiani si voltano". Parlano gli sguardi maschili, si percepiscono le frasi che potrebbero pronunciare contemplando la bella donna. Si sentono i fischi di ammirazione.
La donna vestita di bianco è una giovanissima Moira Orfei, attrice ma soprattutto celebre circense. Aveva appena 23 anni. La fama non era ancora arrivata. La bellezza però era già preponderante, e l'effetto sul pubblico maschile è quello che si vede nell'immagine. La foto è solo una delle tante che potranno essere viste alla mostra “Mario De Biasi. L’intrepido cacciatore di immagini” che si inaugura venerdì 4 aprile e potrà essere visitata fino al 18 maggio a SpazioReale, all’Antico Convento delle Agostiniane di Monte Carasso.
Fotografie iconiche quelle di Mario De Biasi che ripercorrono una carriera straordinaria in cui prendono vita decenni di storia, costume e società. Nella sua macchina fotografica sono finite scene di una Italia sconosciuta, ma anche volti celebri dello spettacolo come Marlene Dietrich, Brigitte Bardot, Sophia Loren, Federico Fellini e Giulietta Masina, o le immagini della New York negli anni Cinquanta. Scatti che trasudano vita. Una vita che non c’è più. Lo diceva spesso De Biasi: «Dovunque s'incontra la vita, s'incontra la bellezza. Basta guardarsi attorno per vederla: anche in una foglia, in un sasso, in un balcone fiorito. Anche nei riflessi in una pozzanghera». Lui, il cui sguardo ha saputo cogliere la poesia del quotidiano e l’intensità di eventi epocali con la stessa sensibilità.
La mostra, curata da Enrica Viganò di ADMIRA Milano in collaborazione con l’Archivio MarioDe Biasi, offre scatti indimenticabili, un percorso espositivo che racconterà l’avventura artistica e umana di un fotografo che ha fatto della curiosità e della ricerca della bellezza il filo conduttore della propria vita. Il vernissage della mostra sarà giovedì 3 aprile alle 18:30. Sarà possibile incontrare la curatrice, Enrica Viganò, e Silvia De Biasi, figlia dell’artista e direttrice dell’omonimo Archivio. L'ingresso alla mostra sarà gratuito fino alle ore 20:00.
Venerdì 16 maggio alle 20:30 verrà proiettato il film C’eravamo tanto amati (Italia, 1974), capolavoro assoluto del regista Ettore Scala. Dedicato a Vittorio De Sica, che appare nel ruolo di sé stesso, così come Federico Fellini e Marcello Mastroianni mentre stanno girando una scena della Dolce vita, e Mike Bongiorno, il film è un omaggio al neorealismo e al cinema italiano, tra ironia e malinconia. L’entrata alla proiezione – promossa in collaborazione con il Circolo del Cinema Bellinzona – è gratuita. La serata si svolgerà nella corte del Convento; in caso di maltempo, l’evento si terrà all’interno. In occasione della proiezione, la mostra rimarrà aperta fino alle 20:30 (entrata a pagamento).