Alla base della decisione soprattutto motivazioni fiscali ed economiche. Il Comitato organizzatore: «Alziamo bandiera bianca, con dignità»
BELLINZONA - Il Galà dei Castelli, in programma per il prossimo 8 luglio, non si farà. A darne notizia, «con profondo rammarico», il Comitato organizzatore.
«Una decisione sofferta e inevitabile, maturata in seguito al mutato contesto economico generato da un recente intervento dell'autorità fiscale cantonale, il cui impatto ha reso insostenibile l'organizzazione dell'evento nelle tempistiche a disposizione».
Il nodo fiscale - Un momento definito «difficile e carico di amarezza» per cui individuare una causa unica per una decisione tanto grave non è semplice. «Due elementi critici appaiono tuttavia determinanti. Il primo riguarda l'applicazione di aliquote fiscali non competitive rispetto a quelle di altri cantoni o Paesi, in particolare per eventi simili della Diamond League e dei circuiti Silver della European Athletics».
Una differenza che «incide pesantemente sulle scelte degli atleti stranieri, i quali tengono conto anche del trattamento fiscale nella valutazione della loro partecipazione. Già nel 2014, il Comitato aveva avviato un dialogo con l'autorità fiscale per ottenere un regime forfettario simile a quello applicato in passato al "Gran Premio dei Castelli", con un'aliquota del 18% ritenuta competitiva. La richiesta, tuttavia, non fu accolta».
Per questo motivo «il Galà dei Castelli applica una trattenuta del 18% sull’importo effettivamente versato agli atleti stranieri a titolo di ingaggio e prize money. L’imposta è poi stata calcolata secondo la tabella ufficiale del Canton Ticino, e il Galà dei Castelli si è preso a carico la differenza tra l’ammontare trattenuto e quello risultante dal calcolo effettivo», viene spiegato.
La seconda problematica riguarda la definizione della base imponibile ai fini fiscali. «Finora, il Galà dei Castelli ha sempre considerato imponibili unicamente i compensi in denaro, ovvero ingaggi e prize money. Tuttavia, sono emerse ulteriori voci che l’autorità fiscale ritiene debbano essere incluse nella base imponibile, in particolare i rimborsi spese di viaggio degli atleti e i costi sostenuti dall’organizzazione per pernottamento, vitto e trasporti locali. Quest’ultime sono prestazioni che non vengono percepite direttamente in forma monetaria dagli atleti», riporta l'organizzazione.
«Tutte le modalità finora adottate sono sempre state coerenti con la prassi, per quanto a nostra conoscenza, della stragrande maggioranza degli altri meeting sul territorio svizzero e che si è continuato ad applicare in buona fede, anche dopo l’incontro con le autorità del 2014. Ciò è peraltro stato confermato da parte dei responsabili dell’ufficio competente negli scorsi giorni. Questo porta a effetti paradossali: un atleta con un ingaggio monetario di 500 franchi potrebbe vedersi tassato fino al 54%», continua la nota diffusa ai media.
Secondo gli organizzatori del Galà questo genera «un effetto perverso», in quanto «l’organizzatore trattiene il 18% sull’ingaggio dell’atleta e si fa carico dell’intera imposta calcolata secondo le tabelle ufficiali cantonali, coprendo così la differenza. Di conseguenza, l’organizzatore finisce per pagare imposte anche sulla quota di imposta di cui si è assunto l’onere per conto dell’atleta, generando un effetto paradossale di tassazione sull’imposta stessa».
Due riflessioni necessarie - Da qui la necessità, secondo il Comitato, di fare due riflessioni.
«La prima, di natura politica, solleva interrogativi sulla reale volontà – più volte proclamata – di garantire una competitività fiscale tra i cantoni. Nel caso del Galà, tale competitività è venuta meno, compromettendo la sostenibilità di un evento sportivo di prestigio e con impatti economici importanti sul territorio di oltre CHF 440'000».
La seconda riflessione «è più pragmatica: alle condizioni attuali, il Galà dei Castelli non può più competere con le altre manifestazioni nazionali e internazionali. Ne consegue, con grande amarezza, la sospensione di un evento che ha portato il Ticino alla ribalta mondiale dello sport, danneggiando non solo l'atletica svizzera ma anche l'immagine complessiva della regione».
Concludere con dignità - La conclusione è quindi amara: «Il Galà dei Castelli alza quindi bandiera bianca per questa edizione. Lo fa con senso di responsabilità, onorando tutti gli impegni già assunti con atleti e sponsor, ma anche con profondo rispetto verso le decisioni delle autorità, pur nella frustrazione e nello sconcerto che questa situazione ha generato in chi, per oltre quindici anni, ha contribuito con passione alla costruzione di un sogno sportivo collettivo».