L’Ufficio federale dei trasporti vigila sulla presa di responsabilità delle imprese di trasporto: nell'ambito della sicurezza le carenze non mancano
AIROLO - Ogni anno lungo la rete ferroviaria svizzera si registra, in media, meno di una decina di incidenti sul lavoro nella zona dei binari. Il numero più alto, come si evince dagli ultimi dati dell’Ufficio federale dei trasporti che comprendono il periodo tra il 2013 e il 2017, era stato registrato nel 2014: allora c’erano stati dodici casi. E due morti, come pure nell’anno successivo. Il bilancio dei decessi è poi sceso a zero. L’incidente ferroviario che si è verificato oggi ad Airolo ha invece fatto un morto: si tratta di un collaboratore FFS che, assieme a un collega, è stato travolto da un treno durante un controllo lungo i binari.
Ed è proprio nelle operazioni che avvengono senza l’interruzione dell’esercizio ferroviario che si rileva il maggior rischio per gli addetti ai lavori, come evidenzia l’Ufficio federale dei trasporti (UFT), senza entrare comunque nel merito dell’incidente odierno. Sarà infatti il Servizio d’inchiesta svizzero sulla sicurezza a fare chiarezza sull’accaduto. In generale, le misure per limitare i rischi - ci dicono ancora da Berna - sono diverse: «Sensibilizzazione, formazione, rispetto delle normative, organizzazione dei luoghi di lavoro, comunicazione, controlli interni da parte delle imprese».
L’UFT è tra l’altro impegnato nei controlli dei lavori nella zona dei binari, in particolare per assicurarsi che vengano adottate le giuste misure di sicurezza. Le carenze tuttavia non mancano: «Nell’ambito dei controlli, constatiamo carenze nell’ambito della comunicazione tra gli addetti ai lavori, nella definizione delle responsabilità, nella conoscenza del luogo e dei lavori da eseguire».