Si avvia verso la chiusura anche l'inchiesta penale
MILANO - La banca luganese PKB Privatbank, finita nel 2018 al centro di un'inchiesta della Procura di Milano perché alcuni suoi manager e dipendenti avrebbero aiutato decine di imprenditori italiani a nascondere soldi al Fisco italiano e a portarli in Svizzera, avrebbe chiuso nelle scorse settimane la vicenda sul fronte amministrativo-tributario.
Come? Versando, da quanto si è saputo, circa 8,5 milioni di euro all'Erario italiano.
L'inchiesta sul fronte penale, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza milanese, si avvia verso la chiusura.
Nel novembre del 2018 era emerso, a seguito di una serie di perquisizioni delle Fiamme Gialle, che diciotto manager e dipendenti della banca di Lugano erano finiti indagati per associazione per delinquere, riciclaggio e frode fiscale e che lo stesso istituto era indagato per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Un'indagine, quella milanese, nata da una serie di verifiche su quasi 200 clienti italiani dell'istituto che hanno depositato sui conti in Svizzera oltre 400 milioni di euro in totale, nascondendoli al Fisco e facendoli poi riemergere con la "voluntary disclosure".
Per gli inquirenti i manager della banca, attraverso una "rete" di contatti e relazioni in Italia dove avevano una «stabile organizzazione occulta», avrebbero aiutato i clienti a occultare i capitali, portandoli in Svizzera. Dagli atti dell'indagine era emerso che i pubblici ministeri avevano documentato «incontri sistematici e periodici con soggetti beneficiari finali di posizioni bancarie detenute oltre il confine presso PKB, anche sottratte alla fiscalità nazionale».