Proseguono le ricerche del parapendista 35enne ticinese disperso da sabato, anche da parte dei volontari.
Ieri gli elicotteri della Guardia di finanza hanno scattato foto a quote elevate, che verranno analizzate oggi in Svizzera.
LOCARNO - Cinque giorni. È il tempo trascorso dalla scomparsa, sabato 25 luglio, del 35enne ticinese decollato in parapendio da Cimetta. Le ricerche proseguono e la speranza di amici e conoscenti non si attenua.
Anche oggi saranno al lavoro polizia cantonale, Rega, Soccorso alpino svizzero ed enti di soccorso italiani e vallesani. L’utilizzo, ieri, di un elicottero Superpuma dell’esercito non ha purtroppo portato a risultati e oggi non verrà impiegato.
Dal lato svizzero proseguono le ricerche anche da parte dei volontari, che si coordinato su gruppi e social network. «Ogni controllo può essere utile. Binicolate, mappate le zone - scrivono -. Non andate da soli. Massima attenzione sempre. Avvisate quelli del Club alpino svizzero se, e dove vi spostate, comunicate tracciando su una mappa le vostre ricerche e fatele avere loro. Per qualsiasi segnalazione importante chiamare la polizia cantonale». E una mappa delle zone perlustrate dai volontari è stata pure condivisa online.
Anche sul versante italiano - con la coordinazione della Rega - è stato fatto un grosso lavoro di sorvolo dei territori in cui si ipotizzava potesse essere finito il parapendista, ma senza successo. L’apparecchio per la localizzazione satellitare, lo spot, aveva segnalato come ultima zona la Val Bognanco. «Informazioni che si sono rivelate poco utili - ci spiega Simone Bobbio, del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico (CNSAS) -. Si tratta di una zona a 2’500 metri senza bosco. L’avvistamento sarebbe stato facile, ma non è avvenuto».
Ieri nei cieli italiani sono volati tre elicotteri: emergenza sanitaria con a bordo i tecnici del CNAS, vigili del fuoco e Guardia di finanza. «Sono state scattate delle foto sorvolando la zona a quote elevate e sono state caricate su un software impostato per l’individuazione di segni di colore rosso», quello della vela del 35enne ticinese. Le immagini verranno trasmesse in mattina alla Svizzera per essere analizzate. «Hanno scattato foto anche sul Monte Leone, a seguito della segnalazione di un signore che “vedeva qualcosa di rosso” - conclude Bobbio -. Ma l’analisi ha permesso di appurare che si tratta di una tenda montata da alcuni operai che lavorano in zona».
Per il momento, nulla da fare dunque. Le ricerche proseguono, sia quelle ufficiali che dei numerosi volontari.