L'avvocato dell'ex agente si scaglia contro il Tribunale amministrativo federale.
L'accusa è sulla tempistica della comunicazione della revoca del passaporto al suo assistito.
LUGANO - Sulla revoca del passaporto all'ex agente di Argo 1 è già stato annunciato il ricorso. Così, stando al comunicato stampa - non privo di una certa polemica - inviato in redazione dall'avvocato Costantino Castelli, patrocinatore del 37enne cittadino turco ed elvetico.
Il legale ha deciso di impugnare la sentenza del Tribunale amministrativo federale, che ha considerato «giustificato» e «proporzionato» il provvedimento preso nel 2019 dalla SEM (per violazione della legge federale che vieta i gruppi Al-Quaida e Stato islamico).
L'avvocato luganese, però, segnala pure come la decisione in questione non gli sia ancora stata notificata. «Il fatto che il TAF l’abbia trasmessa alla stampa e l’abbia pubblicata sul proprio sito prima della notifica - sottolinea - è inaccettabile e fa dubitare dell’indipendenza del tribunale».
«Molto curiosa - prosegue l'avvocato - è anche la tempistica della comunicazione, che, a distanza di oltre un anno e mezzo dall’inoltro del ricorso, interviene a pochi giorni dalla votazione federale sulla legge sulle misure di polizia contro il terrorismo, che sta polarizzando l’opinione pubblica».
Secondo Castelli, insomma, il comunicato stampa del TAF rischia di essere percepito come «un tentativo di influenzare il dibattito politico su questo tema, sottolineando che oggi non esisterebbero misure meno incisive della revoca della nazionalità per prevenire il rischio di attentati terroristici in Svizzera».
Sul merito della decisione, l’avvocato Castelli conclude spiegando che prenderà posizione nel ricorso che verrà presentato al Tribunale federale, dopo che gli sarà stata notificata la sentenza ed esprime «forte preoccupazione sulla deriva generale in atto, tendente allo snaturamento dello Stato di diritto».