A seguito dell'arresto cardiaco, il sindaco di Lugano ha riportato danni irreparabili agli organi vitali
Le condizioni di salute restano estremamente critiche, secondo gli ultimi aggiornamenti dal Cardiocentro
LUGANO - Quando si ha a che fare con un arresto cardiaco, ogni singolo minuto è prezioso. Da subito è una corsa contro il tempo. Una corsa che nel caso del sindaco di Lugano Marco Borradori ieri mattina è cominciata tardi: mentre si stava allenando sul Piano del Vedeggio, è stato colto dal malore. E non è stato soccorso subito. Si tratta di un cosiddetto arresto cardiaco «non testimoniato».
Una situazione, questa, che rende estremamente critiche le sue condizioni di salute, come hanno ribadito questa mattina i medici del Cardiocentro di Lugano in una conferenza stampa d'aggiornamento. «L'onorevole Borradori è arrivato al Cardiocentro dopo circa un'ora di massaggio cardiaco meccanico, il suo cuore era completamente fermo» ha spiegato il direttore sanitario Tiziano Cassina. «Si tratta di un arresto cardiaco prolungatissimo» ha aggiunto il medico Giovanni Pedrazzini. È comunque stato importante il soccorso da parte di un ex operatore sanitario che ha trovato Borradori a terra. Poi quello della polizia e dei sanitari. «La catena ha funzionato perfettamente» ha detto Cassina.
Per Borradori si è resa necessaria la posa di un sostegno meccanico extracorporeo per supportare la sua funzione cardiocircolatoria. Ma: «Siamo attaccati a un filo di speranza che si sta spegnendo» ha sottolineato ancora Cassina. Gli organi vitali del sindaco (si parla quindi di cuore, polmoni e cervello) hanno infatti riportato danni irreparabili.
Il paziente resta quindi collegato alla macchina. Per quanto tempo? Questo non è possibile dirlo, dipende tutto dal paziente stesso, da come recepisce la cura. «È il quadro clinico che decide» ha sottolineato il dottor Pedrazzini. In sostanza, ha aggiunto Cassina, ci sarà un momento in cui sarà necessario staccare la macchina, in quanto non sarà più in grado di sostenere il sistema cardiocircolatorio. Le cure prestate sinora sono quelle possibili.
Le condizioni di Marco Borradori restano quindi estremamente critiche. Il Cardiocentro, ha assicurato il direttore sanitario, non mancherà di fornire nuovi aggiornamenti quando saranno disponibili nuove informazioni. «Continueremo a intrattenere un rapporto con tutto il Canton Ticino, che in questo caso è come una grande famiglia» ha concluso il dottor Cassina.
La conferenza stampa è terminata. Seguiranno quindi ulteriori aggiornamenti nel momento in cui saranno disponibili nuove informazioni sulle condizioni di salute del sindaco Marco Borradori.
Cassina: «Appena avremo informazioni, le daremo sicuramente. Continueremo ad avere un rapporto con tutto il Canton Ticino, come una grande famiglia, per tenervi informati».
Il paziente è collegato a una macchina. E si tratta, in questo momento, di una decisione del paziente: «È lui che è recettivo alle cure prestate» dice Cassina. Pedrazzini aggiunge: «È il quadro clinico che decide». In sostanza, spiega ancora Cassina, ci sarà un momento in cui sarà necessario staccare la macchina, in quanto non sarà più in grado di sostenere il sistema cardiocircolatorio.
Le cure prestate sinora sono quelle possibili: «Questo è il supporto che si può prestare in una situazione possibile in qualsiasi parte del mondo» afferma Cassina.
Pedrazzini parla dell'esperienza con gli arresti cardiaci: nel 50% dei casi in cui il ritmo è defibrillabile, c'è speranza di sopravvivenza. È diverso nel caso di Marco Borradori, dove la speranza scende al 10%. E si parla in questo caso di arresti cardiaci testimoniati, ossia dove c'è un first responder o un familiare o un conoscente che interviene tempestivamente. Ma in questo caso l'arresto non era testimoniato.
C'è ancora speranza? Cassina afferma che la tempistica è in ore e «secondo quanto ci insegna l'esperienza, siamo attaccati a un filo di speranza che si sta sempre di più spegnendo».
Parla di nuovo Cassina: «Ci troviamo di fronte a un'operazione di salvataggio». Questo sistema di supporto esterno ha due possibilità: «Il recupero degli organi danneggiati oppure si va verso una situazione in cui il danno non è recuperabile». E aggiunge: «Sfortunatamente ci troviamo di fronte a una situazione in cui la rianimazione prolungata ha causato danni non revocabili, anche al cervello».
Il cuore non era in grado di supportare il sistema circolatorio del paziente, spiega da parte sua il dottor Demertzis. È quindi stato posato un sistema meccanico extracorporeo per garantire il flusso necessario di sangue e l'apporto di ossigeno. «È un sistema che riesce a darci il tempo di approfondire la diagnostica e forse anche portarci fuori da questa situazione».
Quando è arrivato al Cardiocentro, sottolinea Pedrazzini, il cuore era completamente fermo. Si tratta di un arresto cardiaco prolungatissimo.
Pedrazzini spiega che Borradori è arrivato al Cardiocentro dopo circa un'ora. Il cuore non aveva battito e nessuna attività elettrica. È stato subito effettuato un bilancio coronarico. Alla coronografia eseguita sotto massaggio cardiaco, si è visto che c'era un problema coronarico: «Possiamo dedurre che si tratta di un problema coronarico».
Parla il dottor Tiziano Cassina, che ricorda che ieri Marco Borradori ha avuto un arresto cardiaco non testimoniato. Quindi non c'era nessuno a soccorrerlo immediatamente. Una situazione sfavorevole in cui comincia una corsa contro il tempo.
A breve il Cardiocentro di Lugano fornirà aggiornamenti sul ricovero del sindaco di Lugano Marco Borradori.
Parleranno il dottor Tiziano Cassina (direttore sanitario), il dottor Giovanni Pedrazzini e il dottor Stefano Demertzis.