Un giovane è stato accerchiato da un gruppetto che lo credeva tra gli autori dell'aggressione in Piazza Indipendenza.
La situazione si è risolta poco dopo. «Ero lì ad ascoltare, la violenza non porta nulla di costruttivo».
BELLINZONA - Una cosa va detta: non ci sono stati feriti. La manifestazione "Homo Pandemicus Quo Vadis? Filosofia in Piazza", tenutasi oggi a Bellinzona, si sarebbe svolta in modo del tutto pacifico se non fosse stato per uno sparuto gruppetto di ragazzi che, a volto coperto da mascherina, occhiali scuri e tanto di cappuccio nero, hanno portato qualche momento di caos tra i manifestanti.
Stando a persone sul posto avrebbero aggredito prima verbalmente, poi arrivando alle mani (anche se non è chiaro quale delle due parti abbia fatto degenerare la situazione), la carovana di contrari alla legge Covid, in votazione il prossimo 28 di novembre.
Un momento di tensione che non si è risolto del tutto nei pressi di Piazza Indipendenza, dove si è consumato l'alterco. A farne le spese, poco più tardi, è stato anche un ragazzo che «in disparte» ascoltava il comizio tenutosi poi sul palchetto in Piazza Governo.
«Ero lì ad ascoltare cosa avessero da dire, anche se non mi trovo d'accordo con il loro pensiero», spiega. Il fatto di indossare cappuccio della felpa e la mascherina, però, gli è costato dei fastidi. «A un certo punto mi sono visto accerchiato. Alcuni manifestanti si sono avvicinati a meno di un metro di distanza e hanno iniziato a farmi delle foto».
Il nervosismo, dopo l'aggressione del gruppetto "mascherato", era evidentemente ancora palpabile. «Peccato che io non avessi niente a che fare con quella gente. Ero solo lì ad ascoltare». Che fosse estraneo al gruppetto, secondo lui, si sarebbe dovuto capire dal suo abbigliamento: «Indossavo un cappuccio grigio, non nero. E la mascherina la porto in quanto lavoro in ospedale, quindi ci tengo a proteggermi». Ci sono voluti alcuni minuti prima che si arrivasse al chiarimento. «Per fortuna sono riuscito a parlare. E tutto si è risolto con scuse e la cancellazione delle foto che mi avevano fatto».
A lasciare perplesso il giovane, piuttosto, sono stati gli appellativi a lui rivolti per il solo fatto che stesse indossando una mascherina: «Mi hanno insultato dandomi dello "schiavo del sistema". Hanno usato altre parole che non ha senso ripetere. Poco prima inneggiavano alla libertà, ma questa dovrebbe essere anche il poter circolare senza doversi sentire sbagliati per una mascherina sul volto. Se si vuole essere coerenti».
Sugli screzi in Piazza Indipendenza, quindi aggiunge: «Io non ho visto nessuno spray al pepe. Credo piuttosto che abbiano lanciato sui passanti il contenuto dei loro bicchieri. Forse è volata una sedia, ma niente di trascendentale. La violenza comunque, che sia verbale o meno, di costruttivo ha ben poco».