Spuntano nuove informazioni sull'indagine in corso nei confronti di una ditta di onoranze funebri di Mendrisio
MENDRISIO - Che dagli scavi effettuati a fine marzo nel giardino dell’impresa di onoranze funebri a Mendrisio fossero emersi frammenti ossei è cosa nota. Che tale ritrovamento sia riconducibile all'attività della ditta sarà quello che dovranno appurare le procuratrici pubbliche Pamela Pedretti e Raffaella Rigamonti.
Emerge in queste ore, però, che non si tratta delle uniche ossa ritrovate in loco. Infatti, secondo quanto riporta la Rsi, la polizia sarebbe già entrata in possesso di reperti ossei di dimensioni più grandi rispetto a quelle finora ritrovate. Gli agenti ne sarebbero entrati in possesso già prima rispetto all'arrivo delle ruspe (e quindi l'inizio degli scavi) a fine mese scorso, dopo averle trovate in un magazzino dell'impresa.
Anche questo ritrovamento rientra dunque nell'indagine, che dovrà stabilire da dove provengano e perché si trovassero nel magazzino. Oltre agli scavi si procede anche con l'analisi dei documenti. I reati ipotizzati, lo ricordiamo, sono quelli di truffa - per non avere prestato un servizio dopo l’avvenuto pagamento - e di turbamento della pace dei defunti. Gli indagati sono due: una dipendente e il titolare dell’impresa. Quest'ultimo nega ogni addebito, dicendosi «tranquillo e in serena attesa degli accertamenti».