Scavi per il quarto giorno di fila, ma l'azienda non sembra scomporsi: «Aspettiamo fiduciosi la fine di tutto questo»
MENDRISIO - Non sembra esserci preoccupazione alcuna nel tono di voce di Fernando Coltamai, il 72enne titolare della ditta di pompe funebri di Mendrisio sotto inchiesta per presunto turbamento della pace dei defunti e truffa. «Non posso dire nulla», spiega al telefono dopo la notizia del ritrovamento di frammenti ossei nel giardino della ditta, da giorni oggetto di scavi alla ricerca di possibili resti umani. Su queste accuse, d'altronde, Coltamai si era già espresso negando categoricamente tale possibilità: «Non mi brucerei 47 anni di carriera per qualche franco», aveva rimarcato sottolineando il presentimento che la denuncia potesse essere partita da un ex dipendente.
Gli scavi, precisa l'impresario, non sono terminati e potrebbero andare avanti ancora per giorni. Sulla durata degli stessi però ironizza, rimandando eventuali commenti alla prossima settimana.
Al lavoro, per il quarto giorno consecutivo, vi era questa mattina una ruspa utilizzata per smuovere il terreno e una decina di operai lì pronti a setacciarlo minuziosamente con dei rastrelli.
Contattato, l'avvocato Simone Beraldi, dello Studio legale che difende l'impresa funebre, ha aggiunto poco rispetto a quanto già dichiarato negli scorsi giorni: «La società continua ad attendere con serenità gli esiti degli accertamenti in corso, fiduciosa del fatto che potrà essere esclusa ogni responsabilità penale».