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CANTONE«In dubbio la processabilità dell'imputato»

31.01.24 - 16:48
Il 40enne kosovaro alla sbarra per aver picchiato e violentato la moglie sembra avere importanti limiti cognitivi: «Beneficia dell'AI».
Deposit (simbolica)
«In dubbio la processabilità dell'imputato»
Il 40enne kosovaro alla sbarra per aver picchiato e violentato la moglie sembra avere importanti limiti cognitivi: «Beneficia dell'AI».

LUGANO - «No, non ho picchiato mia moglie con un computer. Non ho mai alzato le mani su di lei ed ero sempre tranquillo». È quanto sostiene, esprimendosi in un italiano stentato e mostrando evidenti problemi cognitivi, il 40enne kosovaro residente nel Luganese oggi a processo davanti alla Corte di appello. «Mia moglie poteva uscire quando voleva, un mazzo di chiavi l'avevo io e l'altro l'aveva lei», aggiunge poi in merito all'accusa di avere segregato la donna in casa.

«Avevo paura che mi uccidesse» - Si parla poi del giorno in cui la vittima ha messo fine alla relazione e sporto denuncia nei confronti dell'imputato, nell'agosto del 2018. «Eravamo nel nostro appartamento in canton Neuchâtel, avevamo appena finito di pranzare e mia figlia più piccola piangeva. Così, mentre sparecchiavo, l'ho presa in braccio», racconta la donna. «A quel punto lui mi ha presa per i capelli, mi ha dato un calcio sulla schiena e ha iniziato a rompere le sedie, così sono scappata con le bambine. Quando era così aggressivo avevo molta paura che mi uccidesse». La moglie decide così di «mettere fine a tutto»: «Avevo sopportato troppo, ho deciso di denunciarlo perché se lo merita».

L'uomo, dal canto suo, nega di aver preso per i capelli l'oggi ex moglie, mostrando però grosse difficoltà di comprensione e affermando persino «di non aver capito di cosa è accusato».

«Riconosciuta un'invalidità completa» - La difesa, a tal proposito, dichiara che il 40enne beneficia ora di una rendita di invalidità completa. La giudice Giovanna Roggero-Will chiede dunque che la rispettiva documentazione venga fornita alla Corte: «Uno dei temi che si pongono è infatti quello della processabilità dell'imputato».

Durante il processo di primo grado, lo ricordiamo, sia accusa che difesa avevano riconosciuto «gli evidenti limiti» del 40enne. La perizia psichiatrica aveva però rilevato che sì, l'uomo ha un ritardo cognitivo, ma «ci marcia un po' su» ed era stata concessa soltanto una scemata imputabilità di grado lieve.

To be continued - Rimangono quindi ancora molti punti interrogativi intorno a questo caso, e il processo sarà riaperto solo dal momento in cui la dovuta documentazione potrà essere esaminata. Quando, esattamente, ancora non è dato saperlo.

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