Fango, legname e persino carcasse. Ci vorranno settimane per ripulire. E intanto c'è chi guarda a una stagione da dimenticare
LOCARNO - Legno, fango, detriti. E non solo. È davvero immensa la mole di materiale che da giorni si sta riversando nel Verbano. Conseguenza dell'ondata di maltempo abbattutasi prima in Mesolcina, poi sull'Alta Vallemaggia.
Il manto legnoso ricrea un paesaggio surreale, quasi spettrale. «Ci vorranno almeno quattro o cinque giorni per rimuovere tutto. Sempre che le condizioni meteo, vento compreso, siano dalla nostra», spiega Marco Pellegrini, capo Dicastero Logistica, Territorio ed Ente autonomo acqua della Città di Locarno.
«L’ondata di detriti è impressionante. Sulle rive si è riversato il mondo. Per via delle correnti poi - spiega -, tutto ciò che arriva vira verso il porto». E c'è di tutto: «Persino carcasse di animali per le quali è necessario far intervenire il veterinario cantonale».
A valle sono arrivati persino alberi interi: «La barca non basta, occorrerà usare anche la gru», aggiunge Pellegrini. Il costo di tutta questa operazione? Al momento non è nemmeno quantificabile.
I lavori di pulizia sono iniziati già da giorni: «Ci siamo attivati con il Consorzio pulizia acque del Verbano. In più ci stanno aiutando sia la Città di Lugano, sia altri enti privati», afferma. «Siamo abbastanza preparati a rispondere a queste situazioni. Ma con le calamità naturali sempre più frequenti, stiamo pensando a un accordo tra comuni ed enti per rispondere nel modo più rapido ed efficiente possibile».
Tempi duri per i lidi - A piangere lacrime amare sono ovviamente anche i lidi. È impossibile infatti che questo scenario possa attirare degli avventori. «Venerdì scorso eravamo quasi riusciti a ripulire quanto era venuto giù dalla Mesolcina... Siamo punto e accapo con la "buzza" della Vallemaggia», sottolinea Filippo Thomann, direttore del Lido di Locarno. «Il lago al momento non è balneabile - aggiunge -, e altro materiale sta ancora arrivando».
La vista, insomma, non è certo delle migliori per gli avventori: «C'è un tappeto marrone che si sposta tra la foce della Maggia e Tenero». Un problema che tocca un po' tutti i lidi: «I colleghi di Tenero hanno ancora a che fare con il legname della Mesolcina. A seconda di come tira il vento, il tappeto di detriti si sposta».
Gli uomini del Consorzio stanno facendo il possibile, ma è un lavoro immane. «Dovremo attendere giorni se non settimane prima di poter liberare la spiaggia». Il problema è pressoché simile ovunque. «C'è chi è più fortunato. Penso al Gambarogno, meno colpito. La zona messa peggio è invece quella del Golfo di Locarno, quindi Minusio, Muralto e Locarno. Poi anche Ascona, ma in misura minore».
Prima un'estate che non arriva, ora questo. «Non si ha l'accesso al lago, ma nemmeno agli ombrelloni. Non è proprio il massimo sdraiarsi davanti al legname e ai detriti - prosegue Thomann -. La nostra fortuna è che essendo un centro balneare, quindi con le piscine aperte, riusciamo comunque a lavorare. I colleghi del bagno pubblico che hanno solo il lago sono più svantaggiati».
Un'estate così, a memoria, Thomann non ricorda di averla mai vissuta. «Nel 2014 abbiamo avuto l'esondazione del lago, ma non c'è paragone. Diciamo poi che, da novembre, è la quinta volta che si presenta un problema simile. L'impatto è considerevole».