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CANTONENiente effetto sospensivo per i due giudici Quadri e Verda Chiocchetti

15.01.25 - 11:38
Il Tribunale penale cantonale rimane con soli due membri. Si prospetta però un ricorso.
TiPress
Fonte Rsi
Niente effetto sospensivo per i due giudici Quadri e Verda Chiocchetti
Il Tribunale penale cantonale rimane con soli due membri. Si prospetta però un ricorso.

BELLINZONA - La Commissione di ricorso sulla Magistratura ha respinto la richiesta di effetto sospensivo dei due giudici del Tribunale penale cantonale Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. La notizia è stata anticipata questa mattina dalla Rsi. Bocche cucite per il momento in Commissione, da noi contattata, dove è giunto un categorico "no comment".

I due togati erano stati destituiti lo scorso 12 dicembre con effetto immediato per «avere gravemente violato i loro doveri di magistrato denunciando per il reato di pornografia il presidente del Tribunale penale cantonale. La denuncia del collega per un reato che sapevano non sussistere è inaccettabile e inconciliabile con la funzione di magistrato». Questa era stata la giustificazione del Consiglio della Magistratura (Cdm).

La denuncia - inoltrata a luglio di quest’anno al Ministero pubblico, per la foto che ritraeva due enormi falli di plastica con una donna seduta in mezzo e la scritta ‘Ufficio penale’ - era rivolta verso il presidente Ermani che avrebbe trasmesso l'immagine via WhatsApp nel febbraio 2023 alla segretaria presunta vittima di mobbing da parte di una collega.

Immagine che, come ha scritto il procuratore straordinario grigionese Franco Passini non aveva però in sè un illecito ai sensi del secondo capoverso dell’articolo 197 (pornografia) del Codice penale invocato dai denuncianti. Decisione in cui si leggeva, tra le altre cose, come i falli di plastica venivano definti simli a gonfiabili da piscina.

Cosa significa? Il Tpc, per il momento, rimarrà orfano di tre membri. Ricordiamo che anche il giudice Mauro Ermani è uscito di scena chiedendo, lo scorso 7 di gennaio, le dimissioni immediate. Un passo accettato ieri dall'Ufficio presidenziale del Gran Consiglio.

La vicenda però non finisce qui. «L’intera questione riguardante i miei clienti non è più di natura giuridica, ma è ormai diventata di natura politica», ha spiegato alla Regione l’avvocato dei due ex giudici Marco Broggini. «Contro questa decisione della Commissione inoltreremo ricorso al più presto al Tribunale federale».

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