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«Una vera e propria tragedia»: condannato il camionista che investì mortalmente una 17enne

All'uomo, ritenuto colpevole di omicidio colposo, è stata comminata una pena di 10 mesi di detenzione sospesi con la condizionale.
Rescue Media
«Una vera e propria tragedia»: condannato il camionista che investì mortalmente una 17enne
All'uomo, ritenuto colpevole di omicidio colposo, è stata comminata una pena di 10 mesi di detenzione sospesi con la condizionale.

LUGANO - «L'imputato ha avanzato alla cieca, violando le più basilari norme della circolazione stradale. E ne è risultata una vera e propria tragedia». È con queste parole che il giudice Amos Pagnamenta ha condannato il 61enne della provincia di Como che il 28 giugno 2023 a Sementina, alla guida del suo camion, travolse mortalmente una 17enne che si trovava in sella alla sua moto.

L'uomo è stato riconosciuto colpevole di omicidio colposo e per lui è stata ordinata una pena di 10 mesi di detenzione sospesi condizionalmente per un periodo di prova di due anni.

«Contrariamente a quanto indicato nell'atto d'accusa, l'inchiesta non ha permesso di stabilire se al momento dell'impatto la giovane fosse ancora ferma all'incrocio o fosse ripartita e finita a terra da sola», ha premesso il giudice Amos Pagnamenta. «In realtà, però, questa distinzione non è stata ritenuta rilevante dalla Corte».

«Se avesse prestato attenzione l'avrebbe vista» - È infatti stato accertato che, giunto all'intersezione, il camionista ha guardato verso sinistra e non ha riportato lo sguardo nella direzione di marcia. «La triste realtà, dunque, è che l'imputato non era attento a quello che avveniva davanti al camion, poiché distratto dall'osservazione del traffico. Se avesse invece prestato attenzione avrebbe notato la moto della 17enne».

«Aveva la L, occorreva maggiore prudenza» - Il 61enne stesso «ha infine ammesso che aveva constato che davanti a lui vi era un'allieva conducente. E questo chiaramente richiede maggiore prudenza». La sua colpa è stata dunque giudicata grave sia dal profilo oggettivo che soggettivo.

Nella commisurazione della pena la Corte ha comunque considerato la sofferenza personale dell'imputato.

Tensione in aula - Al termine dell'annuncio della sentenza, il 61enne si è avvicinato alla famiglia della vittima per scusarsi nuovamente, ma quest'ultima l'ha congedato rapidamente, lasciando l'aula.

Durante il dibattimento di questa mattina, lo ricordiamo, la pubblica accusa aveva chiesto un anno di detenzione sospeso con la condizionale, mentre la difesa aveva spinto per l'assoluzione.

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