La volontà è di «deliberare due importanti opere a ditte ticinesi». I costi sarebbero lievitati «negli anni durante i quali il progetto è stato fermo a causa di una serie di ricorsi incrociati»
GAMBAROGNO - Il 7 aprile - oltre alle elezioni cantonali - gli abitanti di Gambarogno voteranno per il referendum contro il credito aggiuntivo di 4,5 milioni di franchi (destinato al finto fondale) per la costruzione del Porto a San Nazzaro (in zona Sass di Sciatt).
Lunedì la Società svizzera impresari costruttori (SSIC), in qualità di Associazione di categoria, lo ha definito «un voto a favore delle ditte locali». Perché «se il credito venisse negato, per realizzare il porto bisognerebbe far capo a ditte estere», mentre «nel caso di una delibera dei lavori a una ditta ticinese, i 4,6 milioni di franchi sarebbero spesi nella remunerazione salariale di una dozzina di operai per la durata di un anno e nell’acquisto esclusivamente in Svizzera di materiali di prestazioni terzi».
Alla SSIC ha replicato Cleto Ferrari, in quanto portavoce del gruppo “Per Gambarogno” che aveva lanciato il referendum contro il credito. «La questione ditte estere o ditte ticinesi non c'entra niente con il credito in votazione. Il Municipio aveva usato l’argomento di favorire le ditte ticinesi per nascondere un superamento di spesa di quasi il 50 per cento delle opere previste a lago». L’Esecutivo cittadino viene accusato di «avere indetto il concorso internazionale per cercare di edificare il porto rimanendo nell’importo di 14,4 milioni votato dal Consiglio Comunale», favorendo di fatto le ditte estere. E ancora «non aveva applicato la ponderazione del prezzo con una percentuale inferiore». Il porto inoltre, secondo Ferrari, «non favorirà i gambarognesi a poter permettersi ancora un posto barca a prezzi sostenibili, visto che le boe a buon mercato saranno soppresse».
Ora è il Municipio a rispondere alle «affermazioni e insinuazioni fuorvianti» espresse da Cleto Ferrari. E lo fa difendendosi dall’accusa di avere favorito le ditte estere, così come dalla volontà di “nascondere” l’aumento del credito, «causato da una modifica del sistema di ancoraggio che permetterà d’ottimizzare i lavori d’ispezione e manutenzione con conseguenti risparmi, dall’aumento dei costi registrato negli anni durante i quali il progetto è stato fermo a causa di una serie di ricorsi incrociati e dalla volontà che ha ora il Municipio di deliberare due importanti opere a ditte ticinesi».
La risposta completa del Municipio in 8 punti:
1. ll Municipio, poiché così sancito dal Concordato intercantonale sugli appalti pubblici (CIAP), è stato obbligato a pubblicare i bandi di concorso a livello internazionale; non si tratta dunque di una scelta di opportunità come affermato, ma di un obbligo di Legge.
2. Contrariamente a quanto affermato da Ferrari, anche adottando un criterio di ponderazione del prezzo inferiore, nulla sarebbe cambiato nei concorsi CIAP poiché le differenze nelle offerte delle ditte estere, rispetto a quelle locali, erano in ogni caso a loro vantaggio.
3. Il Municipio non è mai stato messo alle strette da un ricorso inoltrato da “Per Gambarogno. Anzi, il ricorso citato è stato respinto dal Consiglio di stato e i ricorrenti hanno dovuto pagare le spese giudiziarie e i ripetibili.
4. Il credito di CHF 14,9 MIO votato nel 2013 deriva esclusivamente dalla stima dei costi fatta dal progettista prima della messa a concorso delle opere, come richiesto dalle procedure. L‘aumento oggetto del credito suppletorio, avversato con referendum, è causato da una modifica del sistema di ancoraggio che permetterà d’ottimizzare i lavori d’ispezione e manutenzione con conseguenti risparmi, dall’aumento dei costi registrato negli anni durante i quali il progetto è stato fermo a causa di una serie di ricorsi incrociati e dalla volontà che ha ora il Municipio di deliberare due importanti opere a ditte ticinesi.
5. Nonostante l‘aumento dei costi il Porto rimane un’opera estremamente interessante per tutti i gambarognesi poiché porterà ogni anno nella cassa comunale CHF 460'000, da utilizzare per progetti a favore di tutta la cittadinanza. Senza il Porto non ci sarà questo vantaggio economico per la Comunità e neppure un indotto per l‘economia e il turismo. Non da ultimo, si tratta di salvaguardare i 2 MIO di CHF già investiti, altrimenti definitivamente persi.
6. L‘ubicazione del Porto a S. Nazzaro, come prevista dal Piano direttore cantonale e dal Piano regolatore comunale, non è più in discussione. È il luogo ideale sia per le opere a lago sia per quelle a riva. Tutte le verifiche tecniche ne confermano l‘idoneità.
7. Delle 350 boe disperse lungo la riva demaniale, per volontà del Cantone ne saranno smantellate meno della metà (misura dettata dalla Legge federale in materia). Una novantina di "boisti" ha già fatto richiesta di entrare nel nuovo porto. Questo permetterà un riordino dei campi boa a tutto vantaggio sia degli utenti sia della sicurezza dei bagnanti. Per le piccole imbarcazioni restano comunque a disposizione i posti economici nei 4 porticcioli comunali e pure quello della Vignascia, in fase di riordino.
8. Le tariffe del Porto Gambarogno sono state approvate dal Ufficio del demanio e si allineano con quelle degli altri porti del Lago Maggiore, che offrono analoghe prestazioni in termini di servizi disponibili.