Ieri è stato il "D-Day" alle frontiere. Oggi il ministro degli Affari esteri italiano ha incontrato Cassis in Ticino.
Sull'accordo sui frontalieri: «Cercheremo la migliore soluzione per salvaguardare gli interessi dei lavoratori e i rapporti, di amicizia, tra Italia e Svizzera»
La Svizzera incontra l'Italia. Proprio il giorno seguente alla riapertura totale delle frontiere tra i due paesi. E non è quindi casuale che il primo contatto tra Ignazio Cassis e Luigi Di Maio si avvenuto proprio alla Dogana di Chiasso-Brogeda. Poi le delegazioni si sono trasferite al Museo Vela di Ligornetto dove è avvenuto un faccia a faccia tra i due ministri che dopo aver discusso privatamente hanno incontrato i giornalisti.
In sala ci sono stati grandi sorrisi e sguardi reciproci d'intesa. Si è parlato di «rapporti di amicizia» e rispettivi ringraziamenti. Termini come «scelte unilaterali» e «decisioni scellerate» - sentiti quando a metà maggio l'Italia aveva annunciato la riapertura delle frontiere per il 3 giugno - sembrano dimenticati e lasciati alle spalle.
Il Capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e il suo omologo italiano hanno parlato di Unione Europea, rapporto tra le due nazioni, ma anche turismo. Nell'incontro bilaterale si è discusso anche dell'accordo fiscale sui frontalieri, in "pausa" da anni in attesa della firma italiana. «Sono al corrente delle sensibilità svizzere sull'accordo - ha detto il ministro degli Affari esteri italiano -. Tornerò a discuterne con il ministro delle Finanze. Potremo verificare la migliore soluzione per salvaguardare gli interessi dei lavoratori italiani e i rapporti tra Italia e Svizzera, che sono di amicizia». E aggiunge: «Anche per l'Italia ha un ruolo strategico un nuovo accordo quadro istituzionale».
Luigi Di Maio ha colto l'occasione per invitare i ticinesi e gli svizzeri tutti a passare le vacanze da loro: «L'Italia vi attende, nelle città e nelle strutture balneari. L'app "Immuni" sul tracciamento dei contatti è attiva e può usarla anche chi è in Italia solo per visita. Vogliamo assicurare viaggi sicuri».
Quello con Di Maio è il primo incontro con i ministri degli esteri dei paesi confinanti. Domani Cassis sarà a Kreuzlingen per incontrare le autorità austriache, tedesche e del Principato del Liechtenstein. Il 26 giugno andrà a Ginevra e avrà un vertice con il Ministro francese.
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Cosa pensa il governo italiano del nuovo accordo sui frontalieri?
Di Maio: «Quello che posso dirle è che noi faciliteremo il dialogo tra i due ministeri competenti, quello dell'economia e delle finanze. Lasciateci lavorare nel prossimo periodo per arrivare a una soluzione che possa soddisfare le parti».
Oggi si discute di "amicizia" e "collaborazione importante". Ma quando in Italia avete deciso di riaprire, si è parlato di «scelta unilaterale» che è stata anche definita «scellerata».
Di Maio: «L'apertura unilaterale di un confine è solo la scelta di accogliere cittadini di altri Stati. Quel giorno, il 3 giugno, abbiamo detto ai cittadini europei che erano i benvenuti in Italia perché avevamo superato le soglie critiche dell'epidemia. I tempi di riapertura degli altri noi non li abbiamo criticati. Anzi, abbiamo individuato nel 15 giugno un "D-Day". Tengo a ribadirlo, non c'era nessuna intenzione di voler forzare le decisioni di altri Paesi. Anzi noi volevamo essere più accoglienti possibile. Ma l'ordine temporale delle riaperture ha permesso di arrivare alla data di ieri per la maggior parte dei paesi dell'area Schengen. Questo permetterà di aiutare l'industria turistica».
Cassis: «Abbiamo cercato un approccio coordinato con l'area Schengen. Il 15 giugno, il "D-Day" dimostra che questo approccio è riuscito. Anche all'inizio c'è stato un tentennamento sulla chiusura delle frontiere, lo stesso è accaduto con la riapertura. Ci sono logiche diverse in ogni paese».
Ci ha parlato di grande spirito di collaborazione. Si aspetta che anche sul campo economico l'Europa collabori?
Di Maio: «La rimozione di tutte le regole che impedivano la libera circolazione ha richiesto un gran lavoro. Abbiamo fatto un lavoro di confronto sui dati con i paesi che erano restii ad aprire. L'Italia oggi è a due contagi ogni 100'000 abitanti. Quindi abbiamo potuto agevolare la riapertura totale delle frontiere. Gli Stati prendono coscienza di aver superato la fase critica dell'epidemia, per questo hanno aperto. Questo vale anche per l'Italia. Sul fronte economico io mi aspetto buoni risultati, perché l'UE in questo momento sta prendendo coscienza che sta decidendo il suo futuro proprio in queste ore e in questi giorni. Ho apprezzato molto le scuse all'Italia da parte di Ursula von der Leyen. Ora siamo nel "secondo tempo" con "un primo tempo" giocato bene. In merito al recovery fund, non sarà importante solo quanti soldi arriveranno, ma anche quando».
Ci sono dettagli sull'accordo sui frontalieri?
Cassis: «L'approccio rimane un approccio tra Stati. È un accordo internazionale tra Svizzera e Italia. Non vuol dire che non si debba tener conto dei bisogni e delle visioni regionali e locali. Le abbiamo sentite oggi da Gobbi e mi sono state riferite da Di Maio per quanto riguarda l'Italia».
Di Maio: «Il dialogo con le comunità è alla base. I nostri due obiettivi nel facilitare i rapporti tra i nostri due ministeri sono salvaguardare gli interessi dei frontalieri e allo stesso tempo il quadro delle relazioni tra Italia e Svizzera. Questi saranno alla base del lavoro di noi ministri degli Esteri per facilitare i rapporti tra Roberto Gualtieri e Ueli Maurer (ministro dell'Economia italiano e direttore Dipartimento federale delle finanze)».
La parola passa ora ai giornalisti per le domande.
Di Maio conclude: «Contate sempre sull'Italia, lo dico davanti alle istituzioni svizzere, ci legano interessi comuni e tanti valori, come tanti avvenimenti storici».
Di Maio si esprime anche sull'accordo sui frontalieri: «Sono al corrente delle sensibilità svizzere sull'accordo. Tornerò a discuterne con il ministro delle finanze. Potremo verificare la migliore soluzione per salvaguardare gli interessi dei frontalieri e i rapporti tra Italia e Svizzera. I rapporti sono di amicizia». E aggiunge: «Lo sviluppo delle relazioni e dei negoziati per un nuovo accordo quadro istituzionale riveste per l'Italia un accordo strategico. Siamo consapevoli che le questioni sono difficili. Ma bisogna riannodare una positiva dinamica tra Bruxelles e Berna. L'Italia è a disposizione per agevolare relazioni e negoziati».
«In Italia è stato introdotto un sistema di verifica dei contatti. L'app "Immuni" dal 15 giugno è attiva e permette anche a chi visita l'Italia di usarla. L'Italia vi attende, nelle città e nelle strutture balneari». E Di Maio sottolinea ancora: «L'Italia vuole assicurare viaggi sicuri. Applicheremo misure rigide per permettere ai cittadini di muoversi nell'area Schengen».
Di Maio: «Ieri sono state rimosse le restrizioni all'interno dell'Unione Europea. Da parte italiana abbiamo riaperto al turismo in entrata il 3 giugno. Manterremo la massima trasparenza sui dati epidemiologici, in modo da consentire agli svizzeri di visitare il nostro paese in piena sicurezza».
La parola passa dunque a Luigi Di Maio: «Sono molto felice di essere qui. Grazie al contenimento della pandemia sia in Italia che in Svizzera, da ieri le frontiere sono aperte. Ringrazio vivamente il consigliere amico Ignazio Cassis per la comunicazione tenuta durante la pandemia e per il coordinamento delle questioni che ci stanno a cuore, come i frontalieri e la circolazione delle merci. La collaborazione e l'intesa continueranno anche nei nostri futuri rapporti.
Esprimo anche gratitudine di cuore per le 10'000 tute mediche ricevute dalla Svizzera, le mascherine e il gel disinfettante. Li abbiamo ricevuti nei giorni più bui della pandemia e non lo dimenticheremo. Sono stati gesti apprezzati da parte di un paese amico».
«L'incontro di oggi è stato fonte di soddisfazione diplomatica, ma anche mia personale - ha aggiunto Cassis -. Ho ritrovato una persona sentita al telefono più volte. Stavolta ci siamo incontrati live, in parte con la mascherina, in parte senza».
Il consigliere federale sottolinea che ieri a Berna è stato approvato il budget di cooperazione internazionale. «La situazione in Libia ci sta quindi a cuore e oggi ne ho parlato anche con Di Maio».
Ancora il consigliere federale: «Oggi abbiamo anche parlato della situazione migratoria nel continente europeo. Del fatto che la Svizzera sostiene il patto di Dublino. Abbiamo bisogno di regole chiare per evitare un traffico di migranti nell'area mediterranea e strade di migrazione verso l'Europa centrale, per evitare l'immigrazione irregolare, che va combattuta alla radice».
Continua Cassis: «Oggi abbiamo confermato la necessità di proseguire la collaborazione. Abbiamo misure di tipo organizzativo alle frontiere. Abbiamo anche deciso di rafforzare la collaborazione con l’Unione europea. Speriamo anche di arrivare in fondo all’accordo bilaterale sui frontalieri che giace nel cassetto. Faremo tutto il possibile per facilitare l’accordo.
Io e Di Maio abbiamo parlato anche di Campione d’Italia. I soldi sono stati versati ma le fatture non sono ancora state saldate. Si tratta però solo di tempo. Per quanto riguarda Campione d'Italia è vero che le frontiere sono cambiate, ma abbiamo trovato delle soluzioni adeguate. Ciò non solleva Campione dai suoi problemi».
«In questa difficile situazione la frontiera tra Italia e Svizzera non è mai stata chiusa completamente e dobbiamo ringraziare l’Italia. Io ho sentito in quel difficile momento Di Maio che ha permesso l’entrata dei frontalieri del settore socio-sanitario. Oggi vorrei anche dire grazie, perché le merci sono continuamente passate dalla frontiera».
Cassis rivolge un pensiero particolare a tutte le persone isolate e a chi ha perso il lavoro. «Ora abbiamo riscoperto il gusto della libertà. Un termine di cui non si parlava più. Ora è tornata al centro del nostro dibattito. La libertà, la libera circolazione, poter andare in Svizzera e in Italia».
«La frontiera ha la duplice funzione di unire e dividere. Oggi questa frontiera ci ri-unisce».
L'incontro con la stampa inizia con l'intervento del consigliere federale Ignazio Cassis: «Siamo qui al Museo Vela che ringraziamo anche della possibilità. Vela mostra il legame indissolubile alla frontiera».