Il consigliere nazionale Lorenzo Quadri rinnova l'invito a disdire unilateralmente la Convenzione del 1974
BERNA - Il nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri si troverebbe «nuovamente arenato, per volontà italiana». Così, almeno stando ai media italiani, citati in un'interpellanza firmata dal consigliere nazionale Lorenzo Quadri e rivolta al Consiglio federale.
«La firma non verrà apposta entro fine anno, ma è ancora una volta posticipata a data indeterminata», sottolinea Quadri.
«Il viceministro dell’economia italiano Antonio Missiani a margine dell’ultimo incontro tra le delegazioni svizzera ed italiana ha rilevato che il suo Paese – prosegue il consigliere nazionale leghista – ha, oggi, “altre priorità”, legate ovviamente alla crisi da coronavirus. Anche la Svizzera ha altre priorità. I vantaggi previsti dal nuovo accordo sono chiaramente inferiori a quelli che ci si potrebbe legittimamente attendere (ovvero, trattenere sul territorio ticinese un ammontare equivalente, o comunque vicino, alla totalità delle imposte alla fonte versate dai frontalieri). I ristorni versati annualmente all’Italia, il cui ammontare si avvicina ormai ai 100 milioni all’anno ed aumenta in continuazione, servono urgentemente in Ticino a seguito dell’attuale crisi economica determinata dal covid».
Da qui le seguenti domande al Consiglio federale: