Scatta l'interpellanza: «Le violazioni dei diritti in Qatar non possono essere ignorate neanche in Ticino».
BELLINZONA - A lungo etichettati come poco ecologici e, soprattutto, indifferenti al rispetto dei diritti umani, i prossimi mondiali di calcio - che prenderanno il via in Qatar il 20 novembre - sono in questi giorni al centro delle polemiche anche in Svizzera. Le città di Losanna e Neuchâtel, sull'onda di quanto accade in Francia, hanno infatti annunciato che boicotteranno la manifestazione, non installando maxi-schermi negli spazi pubblici. Anche Ginevra ne discute. E in Ticino? L'MPS ha interpellato il Consiglio di Stato, sottolineando che il governo e i comuni ticinesi «non possono restare indifferenti alle sistematiche violazioni dei diritti delle persone sfruttate dal Qatar».
Ma andiamo con ordine. Nel nostro cantone sono finora due le città che si sono mosse per allestire uno spazio destinato alla visione delle partite. Chiasso, dove si è già certi che sarà predisposta una "fan zone". E Lugano, che ha messo a concorso lo spazio del Centro Esposizioni.
L'MPS però non ci sta, ed evocando lo «spirito della Costituzione» sottolinea «che è un nostro obbligo morale astenersi dall’organizzare qualsiasi iniziativa a favore dei campionati mondiali» e «in particolare rinunciando all’istallazione di maxi-schermi nelle proprie piazze o in strutture pubbliche». E in quest'ottica - «fermo restando l'autonomia comunale» - i deputati Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori chiedono al Consiglio di Stato cosa «intende intraprendere per sensibilizzare e anche invitare, i comuni ticinesi ad astenersi dall’organizzare qualsiasi iniziativa a favore» di Qatar 2022.