Diatriba sull'opuscolo informativo: gli iniziativisti hanno deciso di non ricorrere
BELLINZONA - La disputa tra iniziativisti e Consiglio di Stato relativa all'opuscolo informativo dell'iniziativa "Per un'imposta di circolazione più giusta!" (per cui si voterà a finire ottobre) non arriverà al Tribunale Federale.
Lo hanno annunciato oggi gli iniziativisti (il Centro), che si sono riuniti per discutere la decisione.
Il tutto era nato, lo ricordiamo, quando ad agosto Marco Passalia - il primo firmatario - aveva contestato alla Cancelleria dello Stato di aver «modificato arbitrariamente parte del testo dell'opuscolo. Più nel dettaglio, nella parte «contenente le argomentazioni a sostegno dell'iniziativa» sarebbero stati modificati «gli importi che i cittadini risparmierebbero con l’introduzione dell’iniziativa popolare rispetto all’attuale imposta di circolazione e rispetto al controprogetto». Il Consiglio di Stato, in seguito, ha però respinto questo reclamo.
«Fondamentale un'entrata in vigore subito»
In ogni caso, gli iniziativisti hanno deciso di non ricorrere al Tribunale federale per diversi motivi. Il primo è quello per cui «è fondamentale che l’iniziativa possa entrare subito in vigore nel 2023 senza ulteriori ritardi», anche visto il «periodo storico di aumento generalizzato dei costi della vita». Inoltre, gli iniziativisti hanno accolto con favore «le rassicurazioni ricevute negli ultimi giorni dal Consigliere di Stato Norman Gobbi in merito al fatto che il testo di legge verrà applicato nel rispetto della volontà dell’iniziativa di diminuire l’imposta di circolazione in maniera equa e giusta, in particolare per quanto riguarda la differenziazione del calcolo in base ai cicli di omologazione CO2 e la moratoria per le auto immatricolate prima del 2009».
Tutto sommato, sebbene gli iniziativisti restino convinti della correttezza del loro reclamo, hanno deciso che è «più importante dare alla popolazione un segnale chiaro della volontà di ridurre un’imposta di competenza cantonale in questo periodo di aumento generalizzato del costo della vita».
In conclusione, non manca una scoccata al Governo cantonale: «Auspichiamo che questo caso abbia funto da monito per future ingerenze da parte del Governo nelle iniziative popolari».