Il governo risponde a Robbiani e Guscio. Al centro la lettera scritta dalle scuole medie di Tesserete ai genitori.
La missiva, inviata lo scorso settembre, riguardava la manifestazione indetta a Bellinzona contro i tagli alle pensioni del personale del Cantone.
BELLINZONA / TESSERETE - Informazione e non propaganda. È, in estrema sintesi, la risposta che il Consiglio di Stato ha dato all'interrogazione presentata alla fine dello scorso mese di settembre dai deputati Massimiliano Robbiani e Lelia Guscio, innescata da una lettera inviata ai genitori degli allievi della Scuola media di Tesserete sulla questione dei tagli delle pensioni del personale del Cantone e la relativa manifestazione.
«Per il DECS è permesso fare propaganda politica nelle nostre scuole?». Questo il fil rouge che univa i quesiti posti al governo dai due parlamentari leghisti.
«Il coinvolgimento su questo tema dei genitori degli allievi non ha effettivamente nulla a che fare con l’insegnamento, ma - sottolinea il Consiglio di Stato - nemmeno crediamo gli insegnanti l’abbiano mai preteso».
Il giudizio dell'esecutivo è che i docenti «hanno informato i genitori della possibile mobilitazione del 28 settembre, del fatto che in tempi extrascolastici ci sarebbe stata una manifestazione a Bellinzona e del prolungamento della pausa principale di quella mattina di 15 minuti, che avrebbe permesso agli allievi di porre domande, avere chiarimenti e criticare questo gesto». Informazioni «apprezzate da alcuni e disapprovate da altri», prosegue, precisando quindi che lo scopo era «informativo e non propagandistico».
Oltre a quella di Tesserete, altre due sedi di scuola media hanno inviato scritto ai genitori degli allievi per la medesima questione. Mentre in altre tre sedi, si legge nella risposta ai deputati, sono state prolungate brevemente le pause mattutine.