«La mozione è una misura concreta di autodifesa difesa di fronte ad attacchi di lupo».
BELLINZONA - Su una questione sono tutti d'accordo: il settore dell'agricoltura, in modo particolare, quella di montagna deve essere tutelato. Sulla strategia con cui farlo un po' meno.
Ecco perché nel pomeriggio di oggi, lunedì 16 ottobre, il Gran Consiglio si è espresso con 56 voti favorevoli, 16 contrari e 4 astenuti, sulla mozione "Concedere agli allevatori la possibilità di difendere le proprie greggi dal lupo tramite tiri di inselvatichimento", presentata nel giugno 2022 da Giovanni Berardi e cofirmatari per il Gruppo il Centro + Giovani del Centro.
Una tematica molto sentita dai granconsiglieri che per oltre un'ora hanno voluto far sentire la propria opinione, divisa tra l'approvazione del rapporto di maggioranza, elaborata dalla commissione con a capo Fabio Schenllman, e l'approvazione del rapporto di minoranza, presentato da Massimo Mobiglia.
A introdurre la mozione, Giovanni Berardi: «La pratica non è nuova, ma è stata adottata in altre nazioni come Francia e Italia e Austria già da tempo. Parliamo dei tiri di inselvatichimento, ovvero di pratiche legali, per cui è necessaria la licenza di caccia, dunque regolamentate. La mozione - ha proseguito - è una misura concreta di autodifesa difesa di fronte ad attacchi di lupo».
Dal canto suo, Fabio Schenllman, relatore del rapporto di maggioranza, sostiene che «i Cantoni non dispongono di ampie capacità di manovra, ma negli ultimi tempi il Consiglio federale ha allentato la legge che regolamenta la protezione del lupo, a sostegno dell'economia alpestre. La politica tuttavia deve e può fare di più. Gli agricoltori non chiedono sussidi, piuttosto di poter lavorare senza interferenze esterne. Se si agisce, il rischio è l'abbandono degli alpeggi».
La mozione si scontra con la legge sulle armi
Sulla questione si dice concorde ma non completamente, il relatore del rapporto di minoranza, Massimo Mobiglia. «La differenza tra i due rapporti sta nelle le osservazioni. Ad agosto 2023, il Consiglio federale aveva risposto a una mozione del consigliere nazionale Fabio Regazzi sostenendo che le armi da fuoco che usano proiettili di gomma, possono utilizzare anche proiettili letali, vietati nei luoghi pubblici dalla legge sulle armi impedisce, se non per polizia e militari. L'osservazione del rapporto di minoranza, rende più facile la messa in pratica per l'esecutivo della mozione». Ha invitato, dunque, a sostenerlo per evitare la stessa fine spettata alla mozione di Regazzi.
«A rischio gli alpeggi»
Il PLR, nella persona di Tiziano Zanetti, si è espresso a favore del rapporto di maggioranza. «Il lupo è un animale selvaggio ed è pericoloso. Le soluzioni sono sicuramente idee condivisibili e vengono sostenute integralmente, ma non basta più. Occorrono soluzioni incisive e mirate che oggi non si vedono. Ne va della sopravvivenza dell'agricoltura di montagna».
«I tiri di inselvatichimento sono un palliativo»
«Sono trascorsi 20 anni dalla prima predazione e da allora allevatori si sono confrontati quasi ogni giorno con la predazione di capi animali - ha detto Sem Genini, della Lega dei Ticinesi a favore della mozione -. I tiri di inselvatichimento sono solo un piccolo palliativo e bisogna offrire una opportunità concreta agli agricoltori che possano difendersi. Ben venga questa mozione che va nella giusta direzione»
«Una squadra formata»
A sostegno del rapporto di minoranza Lisa Boscolo del PS che riconosce: «È un problema che esaspera settore dell’agricoltura. Ho parlato con agricoltori, vedono la mozione di buon occhio, ma hanno altresì ammesso di non aver tempo per una formazione. Sarebbe interessante che venisse creata una squadra che opera a chiamata come avviene nel canton Vaud. Non siamo contrari alla mozione, ma sono necessarie altre misure».
«Approccio ponderato»
Matteo Buzzi dei Verdi si esprime a favore di «un approccio ponderato. Riteniamo come Verdi che le mozioni devono essere più approfondite in entrambi i casi. Un tiro letale non è sempre efficace - commenta -. Noi chiediamo un approccio scientifico».
Ora la palla passa all'esecutivo che dovrà decidere che strada far prendere alla mozione votata oggi.