La gioia di Marco Chiesa, ma anche la stanchezza: «È stata dura, ma la coerenza e la determinazione hanno pagato»
LUGANO - Dato come favorito (i risultati del primo turno del 22 ottobre erano peraltro piuttosto eloquenti), Marco Chiesa (Udc) ha mantenuto le aspettative. Il ballottaggio per i due posti al Consiglio degli Stati lo ha visto in testa sin dall’inizio e si è concluso per il presidente democentrista con ben 40’549 voti, quindi il 40,29% delle preferenze. Considerevole anche il distacco dall’altro vincitore di questo scrutinio, Fabio Regazzi (Il Centro), che si è portato a casa il 31,76% delle preferenze.
Un risultato abbastanza “telefonato”. Era tranquillo?
«No, anzi. Ho cominciato a preoccuparmi quando la gente ha iniziato a dirmi di non preoccuparmi. Però è vero, tutte le persone che mi avevano testimoniato il loro sostegno sono state di parola. Non ne dubitavo ed ero fiducioso, ma fino a che non vedi il risultato finale hai sempre una certa apprensione. Questo è un abbraccio del Canton Ticino che non solo mi lusinga, ma mi commuove» .
Si può dire che per lei questa sia stata una campagna sudata? L’abbiamo vista molto impegnato e in prima linea, dall'inizio fino alla fine.
«Esattamente, è stata dura. Come presidente di partito tra l’altro, fino al ventidue di ottobre ho dovuto preoccuparmi del risultato in tutti i cantoni. Va anche considerata la mia decisione di essere coerente e di non cercare il “paracadute” del Nazionale. Credo che in questo senso la coerenza e la determinazione abbiano pagato».
Una riconferma, questa, che ora chiede risultati. La gente se lo aspetta.
«Io vado avanti con obiettivi chiari e con un mandato altrettanto chiaro anche da parte degli elettori ticinesi. I problemi nel nostro Cantone li ho ben delineati durante la campagna elettorale e li porterò, come prima e più di prima, all’attenzione nazionale».
Il risultato di Farinelli è un po’ sintomo di un problema in seno al Plr?
«Possiamo dire che sia anche conseguenza dell’incredibile impegno di Fabio Regazzi. Alla fine sono i ticinesi che decidono. Va detto che entrambi sono persone valide per rappresentare il nostro cantone alla Camera alta. Regazzi oggi poteva mettere in campo un'esperienza maggiore di quello che ha Alex, che è in prospettiva un consigliere nazionale in pectore».
Il Centro ha fatto… “centro” due volte, visto che con Regazzi agli Stati si aprono le porte del Nazionale per Giorgio Fonio, un rappresentante del Mendrisiotto tra l’altro.
«Esatto. Penso che questa possibilità abbia contribuito smuovendo una regione, quella di Fonio, a votare a favore di Regazzi».
Le reazioni di Udc e Lega
Udc: «Il Popolo ticinese ha riconfermato il presidente del partito Marco Chiesa come Consigliere agli Stati con un brillante risultato. È stato rieletto con 40'549 voti, con un vantaggio di 8'587 voti sul candidato centrista Fabio Regazzi, anch'egli eletto. L'Udc si congratula con Marco Chiesa per questo eccellente risultato elettorale. Ciò dimostra chiaramente che i ticinesi ne hanno abbastanza della dannosa politica d'asilo e migratoria dei rosso-verdi. L'Udc prende atto con rammarico dei risultati elettorali nei cantoni Zurigo, Argovia, Soletta e Sciaffusa. Ciò sposta il Consiglio degli Stati più a sinistra. Il fatto che il Canton Zurigo, fulcro dell'economia nazionale, sia ora rappresentato da due turboeuropeisti di sinistra, Daniel Jositsch (PS) e Tiana Moser (PVL), è preoccupante».
Lega: «Le ticinesi e i ticinesi hanno confermato nell’elezione di ballottaggio per gli Stati di questa domenica la forza del centro destra e della coalizione Lega dei Ticinesi/UDC. Il risultato di Marco Chiesa, sostenuto massicciamente dalle elettrici e dagli elettori della Lega dei Ticinesi, non è mai stato messo in discussione e gli oltre 40mila voti dimostrano quanto il Ticino abbia bisogno di una figura forte, autorevole e ascoltata. Nello stesso tempo l’elezione di Fabio Regazzi testimonia la volontà di un Ticino che ha voluto cambiare, dopo un quadriennio in cui i rappresentanti ticinesi alla Camera Alta si sono sostanzialmente annullati, perché su posizioni opposte sui temi trattati a Berna. Ora il Ticino farà sentire la sua voce, interpretando la sensibilità e le idee della Lega dei Ticinesi al Consiglio degli Stati».