Sem Genini e altri quattro deputati leghisti interrogano il Consiglio di Stato dopo la pubblicazione di uno studio tedesco
BELLINZONA - «I risultati di un recente studio condotto in Germania riportano che i sacchetti per i rifiuti organici biodegradabili e compostabili, che possono essere smaltiti nella raccolta degli scarti vegetali, non si degradano completamente e dopo il processo di valorizzazione (compostaggio e biogas) rimangono grandi quantità nel terreno di microplastiche di dimensioni inferiori a un millimetro».
Sacchetti dell'umido pericolosi, affermano in un'interrogazione presentata al CdS cinque deputati leghisti (Sem Genini, Boris Bignasca, Alessandro Mazzoleni, Omar Balli, Daniele Piccaluga) e «responsabili del rilascio di microplastiche di grandezza tra il millimetro e il nanometro, che come ben sappiamo rappresentano un grande problema poiché non possono essere riassorbite in modo naturale dall’ambiente e quindi tendono ad accumularsi, portando numerosi effetti negativi sul nostro ecosistema» aggiungono.
Lo studio citato da Genini e dagli altri firmatari, «basato sui dati di 400’000 sacchetti distribuiti a delle famiglie, ha dimostrato che le microparticelle finiscono nel suolo tramite il compost e vi rimangono a lungo e quindi, anziché essere eco-friendly, rispettano solo criteri arbitrali».
Questi risultati scientifici «ci preoccupano» così sottopngono al Consiglio di Stato alcuni quesiti: «Il Consiglio di Stato è a conoscenza dello studio eseguito in Germania? Come lo considera? È allarmato dai suoi risultati? Nel nostro Cantone sono già stati condotti degli studi in tal senso?».
Poi chiedono se «alla luce dello studio tedesco condotto su un vasto campione e considerando che in Ticino i sacchetti biodegradabili e compostabili con la dicitura EN13432 sono consigliati da vari enti pubblici, non sarebbe il caso di proibirli per salvaguardare il nostro ambiente?».