Le anticipazioni del documento che verrà presentato durante la prima seduta del Gran Consiglio dopo la pausa estiva.
BELLINZONA - L’estate della sottocommissione "Giustizia" della commissione parlamentare “Giustizia e diritti” non è stata di certo infruttuosa. Dopo mesi di lavoro la proposta per riformare il terzo potere dello Stato è pronta a essere presentata nell’aula del parlamento. Si tratta di un documento di sette pagine che LaRegione e il Cdt hanno potuto visionare in anticipo.
La proposta di riforma andrebbe a toccare diversi dossier che spaziano dall’autonomia finanziaria, al Ministero pubblico fino alla Pretura penale. Il tempo però stringe. Il documento verrà presentato nella prima sezione del Gran Consiglio dopo la pausa estiva (il 16 di settembre) con la speranza di far giungere sulla scrivania dal Consiglio di Stato l’incarto «entro e non oltre il 31 dicembre 2024».
Un codice etico - Il nodo cruciale da sciogliere prima di qualsiasi riflessione: il recente scandalo che ha colpito il Tribunale cantonale penale e il suo presidente Mauro Ermani. «Alla luce delle recenti spiacevoli vicende che hanno visto coinvolti alcuni giudici del Tribunale penale cantonale, appare urgente che la magistratura ticinese si doti di un codice etico, così come proposto con l’iniziativa parlamentare del deputato Matteo Quadranti», riporta il quotidiano bellinzonese. «Nel frattempo la Commissione giustizia e diritti chiede pertanto al Consiglio della magistratura di allestire con urgenza una proposta di codice etico che possa rispondere alle necessità della magistratura ticinese».
L'autonomia finanziaria - Dopo aver ribadito la necessità di un codice etico chiaro, il documento si immerge nel primo tema: l’autonomia finanziaria, gestionale e amministrativa della giustizia. «Per la giustizia è necessario disporre di un proprio budget (che andrà preventivamente approvato dal parlamento), con la possibilità di gestire in modo autonomo i crediti concessi; disporre di una propria Direzione, che si occupi di gestire l’organizzazione interna; disporre di un proprio regolamento interno; poter assumere e licenziare il personale amministrativo; poter acquistare libri, materiale di cancelleria e informatico, ecc.».
Una discussione che non può essere rimandata, «anche perché, per raggiungere l’obiettivo dell’autonomia finanziaria, gestionale e amministrativa della giustizia, occorrerà inserire un’adeguata base legale nella Costituzione cantonale, modificare e/o allestire leggi e regolamenti e creare una Direzione, interna alla magistratura, dotata delle competenze necessarie a gestire l’organizzazione della giustizia».
Il Ministero pubblico - Un altro punto riguarda il Ministero pubblico. «Da più anni lamenta il crescente sovraccarico di lavoro, dovuto, in particolare, alle sempre più numerose competenze che gli sono state assegnate e alla carenza di personale giuridico/amministrativo».
Sarà quindi importante capire dove operare per permettere al Ministero pubblico di svolgere nelle migliori condizioni il proprio lavoro. La prima proposta? «Il numero dei procuratori pubblici non sia, almeno per il momento, aumentato; che la figura del segretario giudiziario sia mantenuta; che venga reintrodotta la figura del Sostituto procuratore pubblico; che venga creata una Direzione interna, dotata dei poteri e delle competenze amministrative e finanziarie necessarie per poter gestire al meglio l’organizzazione del Ministero pubblico e, in particolare, intervenire, qualora necessario, nei confronti dei singoli procuratori pubblici, senza tuttavia sostituirsi al Consiglio della magistratura; che la Magistratura dei minorenni venga inserita all’interno della struttura organizzativa del Ministero pubblico, al fine di risolvere anche la questione dei ‘picchetti penali’».
La nomina dei magistrati - Spazio in seguito a un altro dossier controverso: la procedura di nomina dei magistrati. «La composizione della Commissione d’esperti indipendenti deve essere rivista. Al suo interno dovrà infatti esserci almeno una persona specializzata nella valutazione dei candidati (esperto in gestione delle risorse umane), il procuratore generale, il presidente del Tribunale d’appello, e altri magistrati. La nomina degli esperti indipendenti dovrà rimanere di competenza del Gran Consiglio”».
«La valutazione dei candidati da parte della Commissione d’esperti indipendenti non dovrà più essere esclusivamente incentrata sulle sole competenze giuridiche, bensì dovrà estendersi anche all’aspetto della personalità e alle altre competenze richieste per un adeguato svolgimento della funzione; dopo una prima scrematura dei candidati da parte della Commissione d’esperti indipendenti, la Commissione giustizia e diritti valuterà se e quali candidati sottoporre a un assessment il cui esito, per quanto concerne l’aspetto dell’idoneità, è vincolante per la stessa Commissione giustizia e diritti; il regolamento della Commissione d’esperti indipendenti deve essere completato mediante, tra le altre cose, la previsione di sostituti, nel caso in cui uno dei membri sia impossibilitato, per una qualsiasi ragione, a partecipare ai lavori commissionali. Occorre introdurre un periodo di prova per i magistrati e semplificare la procedura di destituzione».