Piero Marchesi: «È ora di smettere di ignorare il problema, bisogna agire»
BELLINZONA - Sono in tutto circa 11mila le firme consegnate oggi alla cancelleria di Palazzo Orsoline nell’ambito dell’iniziativa “STOP all’aumento dei dipendenti cantonali”. Lanciata lo scorso 2 ottobre da un comitato interpartitico - composto da rappresentanti di UDC, Lega, PLRT, Il Centro, Camera di Commercio e AITI - ha come obiettivo quello di «poter avere un’amministrazione efficiente, con un numero di personale adeguato: è necessario ridurlo affinché il costo sia sostenibile», spiega Piero Marchesi (UDC) a tio/20 Minuti. «L’adesione è stata massiccia, siamo soddisfatti», ha aggiunto.
Presenti per l’occasione anche alcuni rappresentanti, tra cui Paolo Pamini, Gianmaria Frapolli (Lega dei Ticinesi, presidente del comitato d'iniziativa), Lorenzo Quadri (Lega dei Ticinesi), Gianluca Padlina (Centro), Diego Baratti e Alain Bühler (UDC Ticino).
Stando a uno studio Idheap commissionato dal DFE, «il costo dell’amministrazione ticinese è del 33% superiore rispetto alla media degli altri Cantoni, ne abbiamo preso atto». Per Marchesi «basta guardare ai numeri: negli ultimi cinque anni il numero dei dipendenti pubblici cantonali è aumentato di ottocento unità. Questo malgrado l’impegno del Consiglio di Stato e del parlamento nel cercare di limitare questa crescita. Ricordo che ottocento dipendenti pubblici in più corrispondono a circa 100 milioni di spesa l’anno». Un costo che incide sulle casse cantonali. «La politica difficilmente ci mette mano nel cercare di limitarla. Un peso significativo sui conti pubblici ed è ora di smettere di ignorare il problema. Bisogna agire».
L’iniziativa propone quindi «di fissare un parametro, tale per cui il rapporto tra dipendenti pubblici e popolazione deve essere pari all’1,33%. Un valore che cambia in relazione alla popolazione. Se aumenta, cresce anche il numero dei dipendenti». Concretamente: «Qualora l’iniziativa dovesse essere approvata, al Consiglio di Stato diamo tempo cinque anni per raggiungere questo obiettivo. Ai dati attuali significa una riduzione del 9% che avverrà fisiologicamente, con pensionamenti e persone che scelgono di lasciare l’amministrazione cantonale. Ricordo che mediamente sono circa 300 persone all’anno quelli che per una ragione o per un’altra se ne vanno. È un’opportunità da cogliere per cercare di ridurre il numero di dipendenti. Così facendo si potranno risparmiare fino a 70 milioni di franchi l’anno».
A beneficiarne «saranno soprattutto i contribuenti che potranno avere delle finanze del Cantone più sane». Marchesi sostiene poi che sarà necessario sfruttare la digitalizzazione «per ridurre burocrazia e snellire delle procedure», a favore di cittadini e delle casse del Cantone.