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Un vertice sui richiedenti l'asilo a Fornasette

Dopo le polemiche sollevate negli scorsi giorni, il prefetto di Varese ha organizzato un incontro per fare il punto. Presente anche Gobbi
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Un vertice sui richiedenti l'asilo a Fornasette
Dopo le polemiche sollevate negli scorsi giorni, il prefetto di Varese ha organizzato un incontro per fare il punto. Presente anche Gobbi

BELLINZONA / VARESE - La polemica non si placa sulla ventilata ipotesi che un Centro di accoglienza straordinaria (Cas) sarà presto insediato nell'ex caserma dei Carabinieri di Luino, a poche centinaia di metri dalla dogana svizzera di Fornasette (comune di Tresa).

Tanto che la prefettura di Varese ha deciso di indire una riunione tecnica per il 21 febbraio. Il prefetto Rosario Pasquariello ha invitato le parti interessate, oltre alle istituzioni cantonali. Al vertice parteciperà il responsabile della cooperativa che gestirà il centro di accoglienza, nomché il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. L'invito dovrebbe essere esteso anche a Piero Marchesi, sindaco di Tresa.

Le perplessità, lo ricordiamo, erano state mosse inizialmente dal PLR di Tresa che aveva avanzato le proprie preoccupazioni al Municipio. Pochi giorni dopo, il gruppo UDC in parlamento aveva chiesto lumi al Consiglio di Stato, tramite un'interrogazione. La notizia non era stata ben accolta neppure dai cittadini.

Stando a quanto riporta Varesenews, la discussione si è poi allargata alla parte italiana. La minoranza consiliare del comune di Luino ha fatto richiesta un consiglio comunale ad hoc, nonché la trattazione della materia per informare la cittadinanza, esponendo problematiche legate al piano logistico e sul fronte della sicurezza. La maggioranza di Luino - riporta il portale varesino - ha fatto sapere che «la decisione di realizzare un centro richiedenti l'asilo nella struttura risiede in una designazione unilaterale da parte del ministero dell’Interno che attraverso le prefetture aveva scelto di individuare strutture appartenenti al demanio dello Stato (quindi non di proprietà comunale) per la creazione di centri da destinarsi ad accoglienza di richiedenti protezione internazionale».

Risposta simile ci era stata data proprio dal sindaco del comune italiano, Enrico Bianchi. Da noi interpellato aveva rimandato il tutto alla decisione del Viminale.

La notizia, a ogni modo, non ha lasciato indifferente i gruppi politici di oltre confine. Il gruppo giovani di Forza Italia ha espresso preoccupazioni, facendo riferimento a disordini da imputare a minorenni stranieri non accompagnati, ospitati in un Cas in Valcuvia. «La nostra diffidenza si basa su esperienze già vissute nel Luinese, legate alla gestione dei richiedenti l'asilo da parte di alcune cooperative sul territorio».

A quanto pare, infine, sembra che nella caserma in questione saranno ospitati dei nuclei famigliari.

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