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«Una grave disfunzione che cela questioni di fondo irrisolte»

Abilitazione docenti e posti di lavoro per l’insegnamento dell’italiano nelle SMS: interpellanza MPS al Consiglio di Stato.
Ti-Press
Fonte MPS
«Una grave disfunzione che cela questioni di fondo irrisolte»
Abilitazione docenti e posti di lavoro per l’insegnamento dell’italiano nelle SMS: interpellanza MPS al Consiglio di Stato.

BELLINZONA - «Destano preoccupazione le recenti notizie riguardanti la situazione delle persone in abilitazione per l’insegnamento dell’italiano nel settore medio superiore presso il DFA». È l'inizio dell'interpellanza MPS firmata da Pino Sergi e Matteo Pronzini e indirizzata al Consiglio di Stato.

Secondo le indicazioni fornite «dal Dipartimento e dallo stesso DFA - continua il documento - questi docenti non troverebbero un impiego nell’insegnamento a causa di una presunta "riduzione inattesa delle sezioni nelle scuole medie superiori per due anni consecutivi, che ha comportato una diminuzione del fabbisogno". Tale affermazione è stata rilasciata dal responsabile del DFA, Alberto Piatti.Tuttavia, questa dichiarazione appare in contrasto con quanto sostenuto dal DECS, il quale, in attesa di una "presa di posizione nei prossimi giorni", ha ribadito – come riportato dalla RSI – “di aver recentemente creato un dispositivo di monitoraggio per calibrare la formazione dei docenti in base ai posti disponibili nelle scuole”».

Una contraddizione evidente - Sorge «spontanea una prima domanda: come può un dispositivo di monitoraggio, concepito per collegare la formazione ai posti disponibili, non aver rilevato i movimenti degli allievi e lasciarsi sorprendere da una "riduzione inattesa delle sezioni" nelle scuole medie superiori? Il problema, quindi, non si riduce al semplice "tentativo di coordinamento con il DECS che non ha funzionato", come dichiarato da Piatti alla RSI, ma si estende a una questione più ampia e strutturale.Inoltre, un’altra giustificazione fornita appare ancor meno convincente: l’asserita diminuzione delle sezioni come causa della mancata apertura del concorso per nuovi docenti. I dati a disposizione mostrano infatti che le sezioni nelle scuole medie superiori hanno avuto un’evoluzione stabile o in lieve aumento nel corso degli anni».

I dati - Nel dettaglio: «Anno scolastico 2012/2013: 4’883 studenti distribuiti in 245 sezioni (183 nei licei e 62 alla Scuola Cantonale di Commercio - SCC); anno scolastico 2016/2017: 5’071 studenti e 246 sezioni (185 nei licei e 61 alla SCC); anno scolastico 2022/2023: 5’149 studenti e 250 sezioni (195 nei licei e 55 alla SCC)». In dieci anni, a un aumento di 266 studenti (oltre il 5%) «è corrisposto un incremento di sole 5 sezioni (circa il 2%), suggerendo una politica di aumento del numero di allievi per classe.Per quanto riguarda gli anni scolastici 2023/2024 e 2024/2025, i dati ufficiali non sono ancora stati resi pubblici, ma indicazioni assai precise da noi raccolte rivelano una riduzione complessiva, sui due anni, di poche sezioni, meno di una decina».

«Diminuzione delle sezioni non è la causa» - Partendo da questi ultimi dati (ancora non ufficiali) «si può vedere come questa diminuzione di sezioni non può assolutamente essere considerata come la causa della mancata disponibilità di posti di lavoro per i futuri abilitati in italiano. Infatti un docente di italiano a tempo pieno nella SMS ha un onere di insegnamento di 24 ore settimanali: impartisce quindi lezioni ad almeno 4 sezioni. Ciò significa che la diminuzione di una decina di sezioni equivale a poco più di 2 posti di lavoro per docenti di italiano: siamo ben lontani dalle 13 unità in formazione!»

«Due questioni di fondo» - Oltre alla situazione contingente, «questa vicenda – come altre che negli ultimi anni hanno coinvolto il rapporto DFA-DECS (si pensi al caso degli abilitati in matematica dello scorso anno) – solleva due problematiche di fondo legate alla formazione e all’assunzione dei docenti». La prima è «il passaggio dal sistema “en emploi” alla formazione a tempo pieno: in passato, l’abilitazione avveniva attraverso concorsi che permettevano di assumere i docenti con un incarico a metà tempo, mentre l’altra metà era dedicata alla formazione presso l’allora Alta Scuola Pedagogica (ASP). Nei primi anni 2000, con la giustificazione di un adeguamento alle disposizioni federali (mai effettivamente dimostrata), si è passati a un modello di formazione a tempo pieno, a carico degli studenti, con stage di breve durata nelle SMS. Questo sistema, tuttavia, non consente di calibrare l’offerta formativa in base alle reali necessità delle scuole cantonali».

«Esternalizzare la formazione dei docenti» - La seconda riguarda «l’esternalizzazione della formazione dei docenti: cioè la sciagurata decisione del governo, fortemente difesa dall’allora capo del DECS e dai suoi maggiori collaboratori, di “esternalizzare” la formazione dei docenti. Con il solito e disgraziato mandato di prestazione, la formazione dei docenti è stata assegnata – quale mandato remunerato – al DFA il quale la organizza autonomamente e seguendo i propri criteri. Criteri che regolano la vita di una scuola come la SUPSI organizzata e strutturata secondo principi di redditività economica».

Abbiamo quindi «da un lato un datore di lavoro (il DECS) che, verosimilmente, segnala un certo fabbisogno; dall’altro un ente formatore (il DFA) che organizza le attività di formazione (apertura e organizzazione dei corsi in alcune materie, pianificazione pluriennale, numero minimo di partecipanti per l’organizzazione di un corso, etc.) sulla base di criteri propri, in particolare in materia di costi.Si può anche comprendere in questo contesto che il DFA non voglia aprire un corso di abilitazione limitandolo solo al numero dei posti che comunica il DECS e preferisca, non foss’altro che per ragioni di costi, accogliere un numero maggiore di abilitandi. È probabile che siano queste le ragioni per le quali “il coordinamento con il DECS non ha funzionato”; anche se, viste le dimensioni di questo scollamento, non ci sembra una spiegazione sufficiente».

    • Le domande dell'interpellanza
    • Il Consiglio di Stato intende istituire un gruppo di lavoro (coinvolgendo gli abilitandi, i direttori delle SMS e altri responsabili) per individuare soluzioni a questa situazione?
    • Per evitare la dispersione delle competenze acquisite dagli insegnanti abilitati, il governo ritiene opportuno valutare un allentamento dei criteri relativi alla formazione delle classi, in particolare per quanto riguarda il numero di allievi per sezione?
    • Qual è stato il numero complessivo di studenti nelle scuole medie superiori per gli anni scolastici 2023/2024 e 2024/2025?
    • Qual è stato il numero complessivo di sezioni nelle scuole medie superiori per gli anni scolastici 2023/2024 e 2024/2025?
    • Quali sono le reali ragioni per cui "il tentativo di coordinamento con il DECS non ha funzionato"?
    • Considerata la situazione attuale, il governo ritiene necessario avviare una discussione sul modello di abilitazione dei docenti, valutando la possibilità di reintrodurre la formazione "en emploi" per SMS e SMe?
    • Non è forse opportuno aprire un confronto sull’opportunità che la formazione dei docenti torni a essere gestita direttamente dal Cantone?

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