Valentino Vivace torna in concerto allo Studio Foce. L'evento segue la sua nomination ai Swiss Music Awards. Lo abbiamo intervistato
LUGANO - Candidato ai Swiss Music Awards 2023, musicista libero dal tempo e slegato dalla moda del momento. È Valentin Kopp, in arte Valentino Vivace. Che con la sua musica, il suo desiderio e la sua voglia di fare riesce a far vibrare grazie a un po' di sana nostalgia anni Ottanta le sale da concerto di tutta la Svizzera.
Nei prossimi mesi salirà su palchi importantissimi, tra cui quello del Festival Paléo di Nyon, ma prima di avventurarsi verso nuove esperienze il 7 aprile alle 21:30 passerà dallo Studio Foce, nella sua Lugano, per rivedere i volti con cui è cresciuto insieme al suo nuovo album "Meteoriti". E per l'occasione lo abbiamo intervistato.
Swiss Music Awards. Come ti senti?
«Non me lo sarei mai aspettato. Ci speravo, quello sì. Tantissimo. E ora infatti sono contentissimo. Soprattutto perché ho speso davvero molta energia, ho lavorato, ho dato tutto per creare una cosa che mi piacesse. E vedere ora che le persone tutt'intorno lo apprezzano è una sensazione stupenda. Dà valore a tutto quello che faccio e mi rende immensamente felice».
Sarà un anno pieno di emozioni. Avrai modo di esibirti anche al Paléo...
«È uno dei festival più rinomati in Svizzera e quest'occasione arriva ad appena un anno dall'uscita del mio primo singolo. È surreale. Non vedo l'ora. Per me è un traguardo molto speciale, ma lo è ancora di più per la mia band. I miei compagni sono tutti cresciuti in Svizzera Romanda. Il chitarrista per esempio andava al Paléo quando aveva 18 anni per ascoltare i suoi musicisti preferiti e adesso si ritroverà lui stesso sul palco a suonare».
C'è qualche artista con cui speri di poterti confrontare?
«La line-up è davvero ricchissima. Il mio stesso giorno suoneranno dj Falcon e Alan Braxe, due pionieri della French touch che mi piacerebbe un sacco rivedere. Ci sarà anche Franz Ferdinand. C'è stato un momento in cui ascoltavo molto tutta la scena indie. Mi è già successo di incontrare in maniera anche molto casuale degli artisti. È sempre molto divertente e molto bello. Per esempio qualche tempo fa abbiamo suonato al M4Music a Zurigo e c'erano anche i Nu Genea, un gruppo di Napoli, che ascolto da quattro o cinque anni. Ci siamo incontrati nel backstage, abbiamo chiacchierato e li ho trovati davvero molto simpatici».
Porti nel mondo uno stile che appartiene al passato. Ti sei mai sentito dire che non ce l'avresti fatta?
«No. Ma anche se fosse successo, non mi sarei fermato. Ho cominciato questo progetto per me, perché volevo portare questo tipo di musica e, chiaramente, voglio ancora farlo. Per me l'importante è che mi diverta, che mi faccia piacere e che ci sia la voglia. E questo credo sia proprio il motivo per cui sta funzionando. Perché visto che mi fa davvero vibrare, credo di riuscire a trasmettere questa passione ai miei ascoltatori».
Durante i tuoi concerti hai mai notate delle differenze tra il pubblico ticinese e quello degli altri cantoni?
«Devo dire che è molto interessante come il pubblico, a dipendenza di dove ti trovi, pur restando in Svizzera, reagisce diversamente alle canzoni. Una "Autoradio" funziona meglio nella Svizzera italiana che nella parte romanda. Ma magari vale l'opposto per un'altra canzone».
Il tuo prossimo concerto è allo Studio Foce. Ci eri già stato. Cosa ti aspetti?
«Suonare a Lugano è stato molto speciale per me. Perché sono cresciuto lì e ho visto tantissime persone che conosco. Ma anche suonare a Losanna, dove ho studiato, è stato bellissimo. C'era tantissima gente. Onestamente devo dire per ora nessun concerto mi ha mai deluso. Tornando al Foce spero di sentire delle emozioni ancora più forti e che sia ancora più bello dell'ultima volta».
E per il futuro, cosa riservi al pubblico?
«Il sette aprire uscirà anche il videoclip di "Meteoriti". Forse a maggio farò uscire un altro singolo. In realtà è già sul vinile, ma non è ancora sulle piattaforme digitali. Poi piano piano mi metterò a scrivere il secondo album. Ma ci vorrà del tempo. Perché non è una cosa che fai in due mesi. A me pace fare le cose per bene. Ho già qualche idea, ma non voglio pormi nessun paletto. Mi lascio trasportare dal momento. Voglio avere la libertà di fare quello che voglio».